Un’emorragia numerica incontrastata, che stride con la necessità dei pazienti di curarsi e rassicurarsi anche e soprattutto in questo periodo di pandemia. A Napoli città ci sono sempre meno medici di base e in alcuni quartieri il dato è ancora più pesante anche per il rifiuto di qualche professionista ad andare ad esercitare nei territori di periferia più problematici. Secondo i dati forniti all’Uoc Programmazione Attività Assistenziale primaria dell’Asl Napoli 1 Centro, i medici in servizio risultano essere poco più di 550 rispetto agli oltre 600 che servirebbero.

Ciò vuol dire, tenendo presente che ogni medico può avere un massimo di 1500 pazienti, che all’incirca 60.000 napoletani non hanno un medico di base a cui affidarsi. «La Regione Campania è in ritardo sui bandi, sulle assegnazioni, sulle carenze» afferma il presidente dell’Ordine dei Medici Silvestro Scotti. Le carenze si riferiscono alle caselle dei medici da riempire a seguito dei pensionamenti, al raggiungimento dei 70 anni d’età o altri tipi di abbandono dei medici.

Le ultime assegnazioni sono relative all’anno 2019 e a gennaio di quest’anno sono l’Asl partenopea è riuscita a sbloccare soltanto 10 trasferimenti e 20 incarichi. Restando sui dati, nel 2020 le carenze dei medici sono 68, 47 nel 2021. «Da quando ho preso possesso del mio ruolo, nell’ottobre 2019 – ricorda Pasquale Izzo, direttore dell’Uoc Programmazione Attività Assistenziale primaria dell’Asl Napoli 1 Centro –  ho dovuto da subito sin affrontare la questione.

La Regione Campania ha spesso tempi troppo lunghi e anche quando ho chiesto i numeri precisi ai vari Distretti sanitari dell’Asl, non sempre mi sono giunte risposte complete». Ma come detto tanti medici preferiscono andare in zone considerate più tranquille come Vomero o Chiaia snobbando le necessità di altre zone di Napoli più calde. «Faremo in modo che ciò non accada più, stiamo lavorando per questo», aggiunge Izzo. Ponticelli, Barra, Pianura, Scampia sono alcuni dei quartieri dove la carenza diventa insostenibile. Proprio Scampia, insieme a Chiaiano, Marianella e Piscinola rientra sotto la competenza del Distretto Sanitario 28. E qui, come altrove, i numeri sono impietosi: al momento in servizio ci sono 26 medici di base che diminuirà almeno di 3 unità entro l’estate con la sostituzione di 4 o 5 medici al massimo però con incarico provvisorio annuale. E le sofferenze si sentono. A raccontarlo è Clotilde Sorrentino, abitante di Scampia e già appartenente all’associazione ambientalista I Pollici Verdi.

«Io ho mia madre di 88 anni con varie patologie e da gennaio non ha un medico curante perché il suo è andato in pensione senza che sia subentrato un altro. «Quando sono andata al Distretto Sanitario 28 mi hanno prospettato 3 opzioni Calata Capodichino, zona aeroporto e Camaldoli, impossibile raggiungere facilmente quei luoghi. Senza contare che se ci ammalassimo di Covid, in tanti non potrebbero essere registrati sulla piattaforma perché appunto senza dottore». Le assegnazioni provvisorie non risolveranno i problemi, noi continueremo a lottare» aggiungono dal Coordinamento Territoriale Scampia che sta seguendo la problematica con l’associazione Medici senza carriere e un mese fa tenne un sit-in all’esterno della sede del Distretto Sanitario 28. 

di Antonio Sabbatino