Un racconto d’amore e di scoperta, ma anche di ricerca e di memoria di un luogo dimenticato come l’Ospedale Psichiatrico Leonardo Bianchi, a oltre trent’anni dalla chiusura. Vuole essere questo l’installazione audiovisiva Sogno 5#, realizzata dal fotografico fiorentino Lorenzo Castore insieme ad Irene Alison, che fa parte della mostra internazionale «Andamento lento» con cui s’inaugura una via Toledo 66 «Spot Home Gallery».

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La nuova galleria – nata da un’idea e a cura di Cristina Ferraiuolo – apre le porte al pubblico con l’intento di diffondere e promuovere la fotografia contemporanea e le sue contaminazioni con altri linguaggi espressivi attraverso mostre, proiezioni, incontri, workshops. Otto artisti provenienti da Svezia, Norvegia, Francia, Stati Uniti, Israele e Italia che, dal 4 febbraio al 30 giugno, esporranno per la prima volta una selezione di immagini realizzate a Napoli. Linguaggi e scritture differenti ma accomunate da un approccio alla fotografia intesa come espressione soggettiva ed emotiva del proprio modo di essere e di vivere il mondo. Il fotografo americano Michael Ackerman si immerge nel ventre più oscuro di Napoli, svelando un’umanità dolente ritratta con la sincerità di chi sente di appartenervi. Per il norvegese Morten Andersen Napoli diventa una delle sue Untitled Cities, progetto ispirato alla fantascienza, nel quale l’artista trasfigurando la realtà crea nuove metropoli di fantasia. Il napoletano Luca Anzani nelle sue immagini stranianti della serie Amartema fa dell’aleatorio un elemento chiave della sperimentazione in camera oscura provocando sistematicamente l’errore attraverso l’uso di supporti di scarto e chimici esausti o impropri. Lo svedese Martin Bogren tra le tappe del suo progetto Italia ritorna più volte a Napoli, restituendone immagini oniriche e senza tempo, che evocano la dimensione interiore del suo viaggio.

Stone butterfly di Cristina Ferraiuolo è un lungo lavoro di ricerca personale sull’incandescente universo femminile che abita le strade della sua Napoli. Il newyorkese Adam Grossman Cohen, sfocando i confini tra fotografia e film, tra passato e presente, sceglie di fermare singoli fotogrammi di filmati Super 8 girati a Napoli molti anni addietro, restituendoci fotografie che abitano un tempo fluido. Il francese Richard Pak con la sue serie Les Fiancés (I Promessi Sposi), fotografa le auto parcheggiate in fila sui marciapiedi e invita a immaginare gli amanti di via Manzoni nascosti dietro le loro tende di fortuna. «La mostra è una storia di amicizia e di fotografia, di cui faccio parte – racconta Cristina Ferraiuolo – Ho scelto di presentare una “famiglia” di fotografi nella quale i legami affettivi si intrecciano a corrispondenze artistiche, a un modo di immergersi nel mondo con occhi e cuore aperti. Lavori realizzati nell’arco di oltre vent’anni a Napoli da amici fotografi che mi hanno ispirato e con i quali ho condiviso momenti di vita, la passione per la fotografia e l’amore per la mia città».

di Giuliana Covella