Mettere in correlazione nuovi strumenti, giuridici e professionali, per tutelare il più possibile i figli di genitori separati o divorziati che spesso vivono una condizione di disagio. È la sintesi dell’interessante convegno dal titolo “Bambini e genitori nella separazione, diritti, responsabilità e legami’’ tenutosi questa mattina nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli con un dibattito e una tavola rotonda incentrati sulla necessità di avere una carta dei doveri che responsabilizzi i genitori separati o divorziati. Il tutto è partito dal sistema di riferimento di un dispositivo denominato “Gruppi di parole’’, studio portato avanti da psicoterapeuti e psicologi dell’Istituto Toniolo di Studi Superiori e che si rifà ad una pratica inventata alla fine degli anni ’90 in Canada diffusasi in Italia grazie alla Cattolica di Milano e allo stesso Istituto Toniolo. Ma quali sono le cause maggiori che inducono i genitori a separarsi o divorziare? «In questa fase storica in Occidente si è ritenuto sempre più fisiologico separarsi o divorziare» spiega il direttore del Consultorio Familiare dell’Istituto Toniolo Domenico che poi aggiunge come con la «crisi economica con questa dimensione viene accentuata perché c’è difficoltà per trovare lavoro per chi lo perde o gli stessi per i figli e questo aggrava la crisi della genitorialità». Pur non avendo sempre dati precisi sebbene ci siano recenti studi, la responsabile delle attività formative dell’Istituto Toniolo degli Studi Superiori di Napoli Valeria Longo dice: «Le situazioni sono più diffuse dove c’è più benessere economico perché separarsi spesso è dispendioso. Per questo motivo ci si separa più al Nord che al Sud». Tra le sfumature più importanti, afferma la Longo, «la decisione dei figli di genitori separati o divorziati di sposarsi presto per dimostrare che al contrario dei loro predecessori possono reggere un rapporto. Ma capita anche che si sposino tardi, dimostrando di non sapere reggere la situazione», in maniera del tutto simile ai genitori separati. Infatti, i casi di rapporto incrinato sono di numero elevato in quei contesti dove già in passato – genitori o nonni – un matrimonio sia già naufragato. L’ex assessore comunale alle Politiche Sociali Roberta Gaeta, coordinatrice della tavola rotonda alla Biblioteca Nazionale, avverte: «La separazione dei genitori è una pratica che non ha mai interessato davvero gli educatori ma soltanto il mondo degli avvocati, andando a toccare più le sfere private. Ora sta succedendo che il Tribunale dei Minori di Napoli sta intervenendo su separazioni conflittuali intervenendo su strumenti non utili alla risoluzione». Ecco perché, ne è convinta la Gaeta, bisogna «adeguare gli strumenti per ribaltare la prospettiva mettendo al centro i bambini che non devono risentire delle contrapposizioni dei genitori, cosa che ha delle ricadute anche nella vita di adulti».

di Antonio Sabbatino