Alimentazione: questione di cambiamenti. 

Non è semplice, non è quello che vorremmo sentirci dire, ma l’alimentazione va curata e dovremmo imparare a porci più attenzione, a partire dal momento dell’acquisto fino a quello del consumo. Per il pianeta? Non solo, i benefici che apporteremmo al pianeta con un’alimentazione sostenibile vanno di pari passo con la nostra salute.
“Non mi piace parlare di dieta, e lo dico da dietista” afferma Erika Dolcemascolo dietista nutrizionista che attualmente collabora in un progetto multidisciplinare avviato dal Politecnico di Milano, il NECSTCamp, che prevede per gli studenti un percorso di consapevolezza che approccia all’attività fisica, al sonno, alla psicologia e alla nutrizione. “Piuttosto preferisco parlare di educazione alimentare, concetto più ampio che implica una ricerca di conoscenza, necessaria data la confusione che regna sul campo alimentare su cosa sia salutare e cosa non lo sia. Ci servono quindi strumenti pratici che ci permettano di affrontare le scelte alimentari ogni giorno con più coscienza, integrandole nel nostro stile di vita. È un modo inoltre per metterci in discussione, e ripensare all’impatto delle nostre abitudini sulla nostra salute e su quella del pianeta. E’ lo stesso verbo “educere” che implica” tirar fuori” una consapevolezza che è già in noi, cercare nuovi cambiamenti che sentiamo di poter abbracciare ed integrare nella nostra routine.Una dieta assume risultati nel breve termine, ma l’educazione ci tocca nel profondo e diventa parte di noi.”
Quali sono i cambiamenti sostenibili?
Mi piace molto sottolineare il parallelismo tra i cambiamenti che possiamo fare per la nostra salute e gli obiettivi che possiamo raggiungere per la salute del nostro pianeta. Sono quasi gli stessi. Consumare meno carne, ad esempio, è un suggerimento che proviene dall’ Organizzazione Mondiale Della sanità (OMS) che ha fatto scalpore definendo la carne rossa come probabilmente cancerogena mentre quella processata come sicuramente cancerogena. In generale possiamo dire sia consigliabile ridurre la carne rossa consumandola una volta a settimana mentre ridurre gli insaccati (salumi, salsicce, affettati, würstel) il più possibile. Questo bisogno personale si rispecchia anche in un bisogno del pianeta. la FAO in America ( food and drug administration) ha definito in un suo report che l’industria del bestiame ha un ruolo importante nei cambiamenti climatici, dato che con i suoi 7,1 gigatonnellate di CO2 produce il 14,5% di tutte le emissioni prodotte dall’ uomo. Diventa quindi importante ridurre il consumo di carne per la nostra salute ,ma anche diminuire il consumo di formaggi stagionati, ricchi in colesterolo e in grassi saturi, preferendo latte e yogurt come fonte di calcio, che possono essere sostituiti da prodotti fortificati in caso di alimentazione vegan.
Verdura e frutta. Sono sostenibili?
Dipende. Lo diventano se si preferiscono prodotti sfusi, locali e stagionali dato che i prodotti in serra richiedono un consumo di risorse energetiche di molto maggiore. allo stesso tempo introduciamo nel nostro organismo più vitamine, sali minerali e meno pesticidi. L’avocado è uno di quei prodotti che genera dibattito, perché è molto amato dai salutisti per il suo contenuto di grassi insaturi ma al contempo fa il giro del mondo. In ogni caso consigliate sono le classiche due porzioni di frutta e tre di verdura al giorno.
Per quanto riguarda il consumo di pesce?
Il pesce a livello nutrizionale è consigliato almeno due volte a settimane, tra i principali benefici c’è il contenuto degli omega 3, acidi grassi polinsaturi importanti alla base del funzionamento del sistema nervoso e il loro potere antinfiammatorio. Il problema allo stesso tempo é che c’è un eccesso di pesca a livello mondiale, realizzata con grandi reti che spesso mettendo a rischio la vita anche di altri animali marini. Peschiamo quindi più di quanto il ricambio di risorse lo per,etta, e tracce di microplastiche sono state ritrovate in molti pesci. Il consiglio è quindi di prediligere pesci pescati localmente o di produzione certificata, o come per esempio quella “Marine Stewardship Council”.
Buone abitudini per il consumo di acqua?
In Italia siamo tra i maggiori consumatori di acqua in bottiglia, e in generale siamo molto affezionati alle marche, spesso ogni famiglia ha la sua preferita. Ma è anche vero che l’acqua del rubinetto è strettamente regolata in Europa e non dovremmo preoccuparci della sua salubrità, evitando questo eccessivo spreco di plastica. In caso di gusto eccessivamente metallico o di segnalazioni di minerali non a norma nella zona possono essere utilizzate semplici caraffe filtranti. Pensa che in Germania quasi tutti consumano quella del rubinetto e inoltre è previsto un rimborso per legge se si riconsegnano le bottiglie negli appositi raccoglitori, per questo spesso gli homeless raccolgono le bottiglie di plastica rimaste per terra per avere in cambio una piccola remunerazione, allo stesso tempo svolgendo un lavoro sociale importante.
Secondo te qual è la dieta per eccellenza?
Non ce n’è solo una, ma sicuramente dobbiamo riconoscere che i nostri nonni la sapevano lunga, in quanto esponenti della Dieta Mediterranea, considerata patrimonio dell’umanità dell’Unesco nel 2010 per il suo potere preventivo verso le malattie cardiovascolari e il cancro, e il suo rispetto per il territorio e la biodiversità.
E su cosa si basa?
Cereali integrali, verdura e frutta sono alla base della piramide, accompagnati da proteine prevalentemente di origine vegetale, ogni tanto pesce, latticini freschi e uova , e sporadicamente la carne. E naturalmente olio evo, considerato il migliore tra i grassi alimentari per le sue qualità nutrizionali, ce lo invidiano in tutto il mondo e noi abbiamo la fortuna di produrlo in casa.
Suggerimenti per quando andiamo a mangiare fuori?
Evitare il più possibile la grande distribuzione può già essere un grande passo. Generalmente sono pasti ipercalorici, per l’eccesso di grassi e zuccheri semplici, e molto salati. Inoltre sono poco sostenibili dato l’eccesso di imballaggi monouso spesso non riciclabili e prodotti animali di bassa qualità, quasi sempre da allevamenti di massa poco tutelati. Prediligere quindi la cucina locale, si spende un po’ di più ma si guadagna in salute. Se si va in un agriturismo o in un ristorante con prodotti locali è quello è il momento giusto in cui prediligere alimenti di origine animale. A prescindere da un’ eventuale presa di posizione vegana, vegetariana o onnivora, ricordiamo sempre un animale “felice” e in salute è anche un alimento più salutare.

di Lea Cicelyn
Foto di Roberto Biggio © Progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”