NAPOLI- Il sangue è un bene comune la cui disponibilità è limitata. In Italia i donatori di sangue sono oltre 1milione 700mila e con le loro donazioni garantiscono l’autosufficienza in emazie del sistema trasfusionale nazionale. Negli ultimi anni, tuttavia, l’autosufficienza è sempre più messa in crisi, soprattutto in determinati periodi dell’anno: da un lato a causa della maggiore richiesta di emazie, sia per l’invecchiamento della popolazione sia per l’evoluzione delle tecniche chirurgiche; dall’altro a causa della progressiva riduzione di donatori periodici come effetto dell’ invecchiamento della popolazione, ma anche per una minore propensione delle nuove generazioni alla donazione volontaria. L’obiettivo è quindi quello di ottimizzare la risorsa sangue, come evidenziato durante il convegno organizzato nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli dalla Avis regionale della Campania. 
«Bisogna conservare l’etica del donatore- ha sottolineato Gianpiero Briola, presidente nazionale Avis- che deve essere integrato nel sistema sanitario;  l’informazione, la formazione si rendono necessarie per avere un volontario sempre più consapevole. Occorre che i volontari siano ben collegati alle organizzazioni di volontariato e ai centri di trasfusione. Una attenta programmazione consente di avere la conoscenza dei profili del volontariato e consente di valutare l’impatto. Occorre lavorare sui valori etici e sociali per garantire la disponibilità stabile ed uscire dall’emergenza per garantire continuità». Alla giornata di lavori era presente anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris per cui «è fondamentale una sinergia continua con gli enti locali. Il Comune – ha sottolineato il primo cittadino- da questo punto di vista sicuramente è disponibile a lavorare insieme all’ Avis per la promozione e la sensibilizzazione della donazione e dei valori della solidarietà».  Per Giovanna De Rosa, direttore del CSV Napoli «l’attenzione posta sull’argomento  è di vitale importanza sia per l’apporto multidisciplinare,  sia per il contributo che i volontari possono continuare a dare. L’ottimizzazione delle risorse impone una riflessione anche sulle criticità del sistema che pone al centro il donatore. Un’efficace valutazione consente di riprogrammare le azioni messe in campo per la promozione di un gesto tanto semplice quanto vitale per la comunità».