Alla fine dello scorso anno grande perplessità e acceso dibattito suscitò il Ddl Pillon, denominato “Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità”. La discussione riguardò soprattutto la parte in cui i relatori affermavano che indipendentemente dai rapporti intercorrenti tra i due genitori, il minore ha diritto a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con il padre e la madre. La domanda conseguenziale però è: il coniuge ha il diritto di rifiutare la genitorialità maltrattante? Questo è il tema affrontato, insieme a tanti altri, durante la convention “Marzo Europeo, il cammino verso i diritti delle donne contro la violenza”, promossa dall’ AISPIS (Accademia Italiana delle scienze di Polizia Investigativa e Scientifica), tenutasi presso lo “Spazio_Europa”, gestito dall’Ufficio in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Un momento di importante riflessione sullo stato dei diritti, e sull’applicazione delle tante misure sulla parità di genere e non solo. Analizzando le lacune giuridiche che incombono sul fenomeno del femminicidio, Maria Franca Tripaldi responsabile Dipartimento Giustizia AISPIS, ha spiegato i motivi per i quali “le Ong si prendono il carico di tutto quello che il Parlamento non fa’”. Tra i tanti ospiti interventuti, il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani che, menzionando i dati statistici di questa tragedia costante, ha ribadito i passi avanti ottenuti nel nostro paese ratificando nel 2013 la «Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica», redatta a Istanbul dal Consiglio d’Europa nel 2011. La Convenzione è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza. La convenzione, al di là dei problemi di ratifica, resta ancora problematica, nell’effettiva messa in atto delle misure previste. Le voci delle donne in pericolo rimangono spesso inascoltate e di femminicidio si continua a morire ogni giorno. Il convegno organizzato dall’Aispis non è unico nel suo genere, difatti l’associazione si propone di valorizzazione, mediante incontri e corsi di formazione, ricerche orientate a studi sulla giurisprudenza penale e sulla psicologia criminale. “La violenza di genere va combattuta tutti giorni”,spiega la vice presidente Aispis Antonella Cortese, da sempre attenta a far conoscere e comprendere le ragioni della violenza di genere, la quale al termine del suo intervento ha voluto condividere con la platea una riflessione importante: “Le sentenze non si giudicano, ma possono essere commentate; i fatti di Bologna e Genova rischiano di diventare infatti dei pericolosi precedenti che purtroppo sono ancora oggi una piaga sociale”.

di Lucia La Marca