NAPOLI – La mafia? Per la maggior parte dei cittadini della Campania è un fenomeno preoccupante e pericoloso, quattro su dieci dichiarano di conoscere personalmente o di aver conosciuto in passato qualcuno che ha ricevuto o offerto tangenti e tre su dieci non denunciano gli illeciti perché considerano la corruzione «un fatto normale». È la fotografia sulla percezione e presenza delle mafie e della corruzione in Campania che è stata scattata da Libera con il rapporto LiberaIdee, una ricerca sociale quantitativa e qualitativa su 600 questionari pari al 6,0% del campione nazionale (10.343 questionari su tutto il territorio italiano). L’età media degli intervistati è di circa 29 anni. A partire dalla presentazione del Rapporto, Libera ha organizzato un tour di LiberaIdee , che vedrà la disseminazione dei dati in Campania dal 6 all’ 11 novembre con iniziative in tutte le province, laboratori, assemblee con operai, con migranti, speaker corner di denuncia sociale, biciclettate per la memoria delle vittime innocenti.
LA RICERCA – Dalla ricerca emerge una concezione della politica come di una sfera “altra” rispetto al proprio vissuto quotidiano, un tema sul quale ci si informa ma senza partecipazione diretta: soltanto l’16,9% dei rispondenti si ritiene politicamente impegnato, mentre il 46,8% dice di tenersi informato ma senza partecipare. Il 18,7% dichiarano che la politica non gli interessa o che genera disgusto. Si osserva, inoltre, una ridotta tendenza all’associazionismo: infatti quasi un rispondente su due non aderisce ad alcuna associazione, mentre la maggior parte di chi si attiva su questo fronte dedica il suo tempo soltanto a una realtà associativa. Tra questi, prevalgono quelli sindacali (31,4%) e di impegno civile (23,7%). La maggior parte dei rispondenti (51,%) dichiara di partecipare episodicamente ad attività di varia natura su mafia e antimafia, mentre il 25,5 % dichiara continuità. In Campania il 61,5 degli intervistati vede la mafia come fenomeno preoccupante e socialmente pericoloso, di contro per il 31,6% degli intervistati campani vede la mafia come qualcosa di marginale o non socialmente pericoloso. Secondo i rispondenti, tra le attività principali della mafia in Campania vi sono il traffico di stupefacenti(70,8%), l’estorsione(40%) e lo smaltimento illecito dei rifiuti( 27%), tutti segnalati nel territorio regionale in misura molto più rilevante rispetto al campione nazionale.
LA SFIDA EDUCATIVA – Guardando alle motivazioni individuali che spingono un individuo ad aderire alla mafia, prevale tra i rispondenti l’idea che l’affiliazione mafiosa sia legata alla possibilità di ottenere guadagni facili e quindi alla ricerca di prestigio e potere. «Alcuni dati, come quelli, ad esempio, che riguardano il traffico illecito di rifiuti, ci dicono che stiamo andando nella giusta direzione. Altri, soprattutto legati al fenomeno della corruzione, sono altamente preoccupanti – commenta Fabio Giuliani, referente di Libera in Campania – E’ prioritario lanciare, proprio sui temi della corruzione, una grande sfida educativa, partendo dalle politiche dell’istruzione».

di f.g.