NAPOLI – Che cosa succede ad una persona con disabilità quando perde i genitori? Se n’è parlato a Portici al teatro De Filippo, nel corso del convegno “Vita indipendente e dopo di noi” organizzato da “Progetti Sociali e Politiche” (P.S.P.), associazione di promozione sociale campana costituita da cittadini attivi, associazioni di volontariato e cooperative sociali operanti nel terzo settore. In risposta all’interrogativo c’è la legge 112 del 2016 che prevede politiche di welfare mirate all’inclusione sociale delle persone con disabilità, non solo quando i genitori sono ancora in vita, ma anche e soprattutto quando questi vengano a mancare. Lo scopo della legge 112 è quello di attivare non servizi meramente assistenziali, ma creare una programmazione che possa cambiare l’aspettativa e la vita stessa dei disabili gravi attraverso la costruzione di progetti di inclusione e a favore della vita indipendente. Dalla Regione Campania sono stati stanziati 11 milioni di euro, fondi che provengono dal Fondo nazionale della 112,con un tetto massimo di 40mila euro a progetto, destinati a chi presenta domanda tramite il Comune di appartenenza. “Le città sono chiamate ad ascoltare soprattutto le proteste, per poter rispondere ai bisogni della cittadinanza. Il confronto e l’ascolto sono fondamentali per l’attuazione dei programmi”, ha affermato Vincenzo Cuomo, sindaco di Portici, che si è reso disponibile ad attivare nel proprio Comune progetti per la vita indipendente e il dopo di noi. Daniele Romano, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap della Campania (F.I.S.H.) ha spiegato l’importanza dei progetti personalizzati per rispondere alle esigenze reali delle persone con disabilità: “Accanto ad un disabile ci sono sempre le famiglie che compiono grandi sacrifici e lotte. Questi progetti mirano proprio ad dare autonomia anche alle famiglie impegnate nella cura delle persone con disabilità. Superiamo la logica dei classici servizi di assistenza domiciliare con un bando regionale che può restituire dignità ai disabili anche attraverso procedure di “co-housing”, case famiglia con non più di 5 persone”. Per la progettazione e la richiesta dei finanziamenti occorre creare una rete tra associazioni del terzo settore, Comuni, Ambiti territoriali, Asl e Centri per l’Impiego. Romolo Capuano, della direzione regionale per le Politiche Sociali, ha aggiunto che : “Attraverso il decreto n°2 del 2018 il disabile può accedere alle risorse stanziate e redigere un progetto insieme all’ufficio di Piano di zona”. Presente all’incontro anche Giovanna De Rosa, Direttore del Centro di Servizio per il Volontariato di Napoli (CSV): “Il Csv accoglie con favore la volontà di ascolto e confronto da parte delle istituzioni e dei Comuni in particolare, ma occorre un passaggio successivo: mettere a sistema e regolamentare percorsi partecipativi. Fondamentale resta una condivisione dei processi per una reale amministrazione condivisa capace di generare una responsabilità sociale sui territori. In questa ottica, i volontari possono svolgere un ruolo fondamentale portando un importante contributo in termini di “advocacy” per difendere i diritti dei disabili”. L’onorevole Elena Carnevali, relatrice della legge 112, ha espresso gratitudine per l’iniziativa realizzata, scrivendo all’associazione PSP: “Oggi le famiglie non chiedono soldi per essere lasciate sole. Le persone sulla base del budget di cura devono poter fruire di dimensioni abitative, occupazionali, lavorative e ricreative che spesso devono essere realizzate perché la società non è spontaneamente accogliente”. In occasione del convegno è stato presentato inoltre il progetto fotografico “Diversamente belli”, realizzato da Giorgio Bruno, Roberta De Maddi, Roberta Minichini, Andrea Sarno, Dario Striano, con il coordinamento di Stefano Renna. Il gruppo si è interessato alle problematiche dei ragazzi dell’associazione di Portici “L’isola”, interagendo e lavorando insieme, al fine di migliorare la loro partecipazione alla vita comune e realizzando degli scatti che sovvertissero lo stereotipato concetto di bello. Anche le minoranze hanno il diritto di identificarsi in un’idea comune e di individuare il bello in cui riconoscersi.

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