NAPOLI – Quante volte guardando un vestito o un oggetto che non si utilizza più si pensa che possa avere altre forme e, di conseguenza, un’altra esistenza? Non troppo spesso. Eppure c’è chi, tutti i giorni, seguendo questo principio, crea manualmente qualcosa di nuovo. Lei è Roberta Palumbo, è un’insegnante di sostegno napoletana. Lavora in una scuola di Scampia dove la percentuale di ragazzi che presentano disabilità è molto alta. Numeri che potrebbero destare qualche preoccupazione o intimorire. Non a lei, lei ne è fiera. “Ho scelto questo lavoro perché mi voglio sentire utile per qualcuno”, spiega. Roberta ha i segni della sofferenza sul corpo e nel cuore per un vissuto difficile, per un passato ostico che non rinnega, che non sfugge in alcun modo. Anzi. “Per hobby creo adoperando materiali da riciclare. Quello che non si usa più io lo riutilizzo per fare collane, orecchini, anelli, gingilli femminili. Tutto nasce dal fatto che da piccola vedevo le mie nonne lavorare le stoffe e restavo incantata a osservarle. Ho imparato da lì”.


Non ci guadagna nulla, non chiede mai soldi in cambio perché il suo fine è donare; far riflettere sul valore delle persone e delle cose; educare a non buttare mai niente, invitare a guardare la realtà con altri occhi. “Creo per le donne perché sanno accontentarsi di poco, sanno vedere la bellezza nelle piccole cose. Sanno essere felici anche se i materiali sono scadenti”. Utilizza tappi di bottiglia, cravatte, carte, rotoloni, stoffe, monete, bottoni, metalli. A chi vuole illustra la sua arte: insegna a trasformare ciò che è vecchio e inutilizzato in qualcosa di nuovo, prezioso, da sfoggiare immediatamente. Spiega come plasmare, modificare, ricreare. “Basta un nulla per credere nelle proprie capacità” dice, e poi aggiunge: “Io non ho bisogno di guadagnarci su; ho un lavoro e sono felice. Lo faccio per regalare agli altri un’emozione”. Sa bene cosa significhino le sue parole, è una donna sicura e consapevole che il suo messaggio sia forte e importante. Non crea solamente. Roberta gira per dei locali di Napoli portando con sé la propria idea e il suo talento artigiano; poi, di tanto in tanto, apre le porte della propria casa per accogliere chiunque voglia barattare oggetti. Li raccoglie in una cesta dove chiunque può decidere quale prendere e quale donare o, in alternativa, può ritrasformare il proprio dandogli nuova vita. Sulla sua pagina Facebook, Le bottegaie Palù, scrive: “Liberati e rilassati, dando spazio e sfogo alla tua fantasia e creatività che forse, tu Donna, non sai di avere ma in realtà spesso basta un nulla per migliorare rendendo unico il tuo stile”. Con la stessa rapidità con cui un tappo di bottiglia diviene orecchino, con la stessa rapidità con cui una scarpa diviene scarpone per poi rinascere scarpetta, così un rifiuto diviene ricchezza. Ridare valore all’artigianato in un mondo tecnologico dove il contatto umano è stato sostituito dallo schermo, anche questa è una sua battaglia. Difende gli antichi mestieri per i quali sono d’uopo tempo, dedizione e sacrificio. “Se non sai che fare delle tue mani, trasformale in carezze”, adagio le sue ultime parole accompagnate da un sorriso.

di Francesca Saveria Cimmino

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui