NAPOLI – “Un’infanzia da vivere” è un’associazione che nasce con lo scopo di proteggere i bam-bini dalla microcriminalità e dall’emarginazione sociale propria delle zone più degradate della peri-feria di Napoli, in particolare nel Parco Verde.
Chiave di volta per la creazione della stessa è stata l’esperienza di vita di Bruno Mazza, una giovane vittima delle storture del nostro sistema. Condannato a 11 anni per reati legati al traffico di droga. Dopo il carcere, la trasformazione: il suo impegno nel sociale. Mentre era ancora agli arresti domiciliari, comincia ad osservare dall’alto i bambini fare le stesse cose che lo avevano portato a stare dietro le sbarre e decide che non sarebbe rimasto più a guardare.
L’associazione nasce nel 2008 e trova subito un forte riscontro da gran parte degli abitanti della zo-na.
Nel 2011, come una manna, arriva l’aiuto finanziario della fondazione Cannavaro-Ferrara: con una start up di 15.000 euro diviene finalmente possibile ristrutturare un’estesa area del parco e costruire due campetti di calcio per più di 100 bambini. Iniziano a materializzarsi da qui i vari aiuti e incentivi. La società De Vivo fornisce gazebo e pali di spugna per arredare il campetto di calcio. Rilevante anche il contributo di Confimpresa Campania nella progettazione e realizzazione dei lavori. Fon-damentale in questi anni è stato il sostegno economico, e non solo, del CSV di Napoli con a capo Nicola Caprio. Nonché la forte fiducia da parte di Fondazione per il Sud, che già allora conferì i primi 5.000 euro per realizzare il progetto dei campetti di calcio.
Dopo l’iniziale successo dell’associazione, la stessa nel marzo 2016 ottiene un’altra area di 9.000 mq che da oltre 30 anni era ritrovo per la tossicodipendenza.
A giugno dello stesso anno, al fine di ristrutturarla, viene lanciato un nuovo appello. L’obiettivo è sempre lo stesso: la ricerca di fondi e di aiuti per trasformare le zone di degrado in aree di giochi per i bambini. Così, l’accademia Brera di Milano accoglie la richiesta ed invia tre ragazze mostratesi da subito disponibili e che, a titolo gratuito, iniziano a dipingere le panchine, ad arredare gli spazi, contribuendo addirittura a proprie spese all’acquisto delle vernici e portando colori, idee e sorrisi in un’area che fino ad allora risultava grigia ed abbandonata.
Parliamo della stessa area sulla quale sono state raccolte, una ad una, 650 siringhe di tossicodipen-denti. La stessa che ha visto negli anni morire tre ragazzi per overdose e che risultava alle cronache essere la base principale delle piazze di spaccio della zona.
Da allora tanto è cambiato. Il futuro non è più una chimera. La nuova idea dell’associazione sembra essere quella di sfruttare quest’area, cominciando dalla creazione di orti sociali su tutte le aiuole e-sistenti, coinvolgendo anche le scuole del territorio e permettendo ad ogni classe di adottare un’aiuola, coltivarla e, perché no, organizzare in futuro sagre esponendo proprio i prodotti coltivati nelle aiuole.
Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi è doveroso coinvolgere non soltanto i bambini, ma anche i loro nuclei familiari, comprese le nonne.
A breve partirà il prossimo progetto pensato dall’associazione e sostenuto dai fondi della legge sul volontariato, dal nome “Lavoro e legalità per Caivano” consistente nella realizzazione di piccoli e pratici laboratori: “mani in arte”, laboratori di taglio e cucito, laboratori di farina, in modo da dare la possibilità ai giovani del parco verde di apprendere un mestiere o un’arte fin dall’infanzia. Il pro-getto si concretizzerà poi nella distribuzione degli alimenti ed elementi realizzati, il cui ricavato servirà ad autofinanziare le attività dei giovani stessi. Si pensa così di educare gli adolescenti all’attività imprenditoriale, allontanandoli dalle piazze di spaccio e cercando un’alternativa allo sporco mondo della droga e della criminalità.
“A questi ragazzi non è mai stata insegnata la legalità – afferma Bruno Mazza, fondatore dell’associazione – né dalle famiglie, né dalle scuole. In questa zona un bambino di 4 anni ne dimo-stra 10 ed uno di 10 ne dimostra 20. Osservano ciò che avviene nei quartieri e diventano spugne. Non essendoci infrastrutture, l’unica amica qua è la noia. La stessa che ti porta a commettere atti vandalici. Siamo partiti nel giugno 2008, denunciando varie cose che non quadravano e siamo sem-pre andati avanti, nonostante alcune difficoltà riscontrate con le istituzioni.”
Sono infatti da registrare anche numerosi ritardi da parte degli enti locali nel finanziamento delle iniziative, come per le giostre che nel 2013 la provincia di Napoli mise a disposizione per tutte le periferie, ma che stentano ad arrivare nel Parco Verde. A febbraio ci sarà l’inaugurazione dell’area polifunzionale di 9.000 mq che ospiterà tutte le iniziative elencate. Sarà presente Donato Cafagna, commissario straordinario di Governo per i roghi di rifiuti, e molti altri ospiti.
Le idee dell’associazione non si fermano qui. Il prossimo step, insieme a Fondazione con il Sud, è quello di conferire un sostegno economico a favore di tutti quei bambini da 0 a 6 anni che hanno uno dei genitori disoccupati o in carcere, nonché una borsa lavoro per tutti i ragazzi dagli 11 a 17 anni.
Un’oasi di legalità e benessere, un avamposto operativo come prevenzione per i minori a rischio, attende il sostegno di quanti credono si possa ancora cambiare ed offrire una speranza reale a tanti ragazzi spesso traditi.

di Perla Fontanella

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