ROMA – Sono i migranti più vulnerabili, più a rischio e spesso “senza voce”. Ai minorenni stranieri è dedicata quest’anno la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2017. Come ha scritto Papa Francesco nel suo messaggio, specialmente quelli che arrivano soli, sono tre volte indifesi: “perché minori, perché stranieri e perché inermi”. La Giornata, presentata oggi a Roma, si svolgerà domenica prossima 15 gennaio. “Nel nostro paese ci sono oltre un milione di minori migranti, il nostro parlare evangelicamente deve partire dai loro volti e dalle loro storie. Così come deve partire dai loro volti e dalle loro storie il nostro dire alcuni sì e alcuni no, senza quella superficialità gridata da chi parla tanto di migranti senza aver mai parlato coi migranti”, sottolinea monsignor Nunzio Galantino . Per questo il segretario della Cei (Conferenza episcopale italiana) chiede di sbloccare al più presto due legge fondamentali, ferme al Senato: la riforma della cittadinanza che permetterebbe “di allargare la partecipazione, cuore della democrazia, e favorire processi di inclusione e integrazione” e la legge sui minori stranieri non accompagnati, per far sì che questi ragazzi non siano destinati “a nuovi orfanatrofi, ma a case famiglia, a famiglie affidatarie, accompagnate da una formazione attenta a minori preadolescenti e adolescenti”. Per Galantino bisogna dire sì anche “all’identificazione dei migranti che arrivano tra noi, anzitutto per un’accoglienza attenta alla diversità delle persone e delle storie, pronta a mettere in campo forme e strumenti rinnovati di tutela e di accompagnamento che risultano una sicurezza per le persone migranti e per la comunità che accoglie”. E favorire “un’accoglienza diffusa, in tutti i comuni italiani, dei migranti forzati, in fuga da situazioni drammatiche”.
Per monsignor Guerino Di Tora, presidente della Commissione Episcopale Cei per le migrazioni il messaggio del Pontefice invita ad avere uno sguardo attento sul futuro: “oggi il fenomeno della migrazione è un fenomeno mondiale e che non si può semplificare in maniera leggera: i minori soli sono quelli che muoiono in mare, ma anche i bambini soldato – sottolinea – solo nel 2016 cinquemila minori sono stati dichiarati scomparsi. Questo è un dramma che ci riguarda tutti”. Per Di Tora, bisogna aprirsi all’accoglienza come chiede Francesco “si tratta di un problema innanzitutto umano. Non possiamo prescindere dalla questione migratoria altrimenti il nostro diventa un Cristianesimo puramente estetico”.
“Attorno ai diversi volti di minori migranti, per evitare violenze, sfruttamento e abusi, è messa alla prova la capacità istituzionale di tutela dei diritti fondamentali, primo tra tutti il diritto di famiglia in Italia e all’estero –sottolinea monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes -. La difficoltà è passare da un diritto a un servizio e a un servizio in rete, cioè garantire ai minori una città e una casa. A questo proposito, in Italia soprattutto nella collaborazione tra Comuni, enti ecclesiali, associazioni e cooperative, servizi sanitari e scuole, sono nati percorsi sperimentali di pronto intervento, di ospitalità, di accompagnamento, di formazione che hanno costruito città e casa attorno ai minori migranti e ai loro familiari. Si è trattato di più percorsi di advocacy e di cura, anche sperimentali, sia per la diversa età dei minori, ma anche per i numerosi paesi di provenienza e le differenze culturali”. Secondo Perego nel rapporto con i minori migranti è cresciuta anche la Chiesa, una Chiesa plurale, da una parte nella sua capacità caritativa di costruire servizi, progetti di educazione interculturale, di genitorialità attiva e partecipativa, per costruire ‘segni di fraternità’, ma anche per avviare esperienze di pastorale giovanile che rinnovano gli ambienti di aggregazione giovanile e gli oratori, sperimentando percorsi d’incontro e d’intervento specifici. “Con il minore migrante, è necessario da una parte ricercare forme di collegamento e conoscenza familiari anche a distanza, dall’altra costruire, in assenza di figure genitoriali, un percorso educativo e di crescita integrale, attento anche alle diverse dimensioni della vita giovanile (sport, scuola, affetti, amicizie, formazione al lavoro)” aggiunge.

Nel 2017 le Diocesi Lombarde celebrano il primo centenario della morte di Santa Francesca Saverio Cabrini, santa della nostra terra di Lombardia e patrona universale di tutti gli emigranti, che verrò ricordata anche in occasione della Giornata di domenica. “L’esempio luminoso della santa patrona degli emigranti e la sua intercessione siano di sprone per le nostre Chiese e per tutta la società civile per un rinnovato impegno e una rinnovata attenzione al mondo dei migranti a cominciare dai piccoli, dai minori e dai meno tutelati – sottolineano in una nota le Chiese di Lombardia-. Le soluzioni durature sono quelle che tengono conto della situazione internazionale, senza mancare di denunciare le dimensioni negative della globalizzazione, a cui si connettono i conflitti locali, nazionali e internazionali, la violenza, la miseria e le condizioni ambientali; criminalità, abusi, guerre, violazioni dei diritti umani, corruzione, povertà, squilibri e disastri ambientali sono spesso alla radice del fenomeno migratorio motivato non tanto dall’aspirazione a passare da una vita fatta di mediocrità a una vita caratterizzata dall’eccellenza, una vita degna di questo nome, quanto piuttosto dalla ricerca di una terra in cui poter almeno sopravvivere”.

da Redattore Sociale

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