lago patria 2 (1)NAPOLI- Sono circa 60.000 gli abitanti “intermittenti” che abitano la fascia costiera di uno dei Comuni geograficamente e demograficamente più grandi d’Italia: Giugliano, che con 124 mila residenti è il Comune non capoluogo di provincia più popoloso della Campania. Le frazioni costiere di Lago Patria, Varcaturo e Licola distano circa 13 km da Giugliano città e confinano a nord con la provincia di Caserta e a sud con Pozzuoli. Si tratta di un territorio privo di un’identità storica, dove l’urbanizzazione massiccia e disordinata si è realizzata negli anni ’70-’80 ad opera di napoletani che inseguendo il sogno della villetta con giardino si sono trasferiti dalla città nei parchi “dormitorio”. Nonostante siano passati quasi 50 anni dall’inizio dell’urbanizzazione il litorale è ancora una bellissima cornice priva di un quadro definito, tanto che in molti dopo alcuni anni tornano in città rivendendo o affittando la casa “in campagna”. Oltre che da napoletani, la popolazione è costituita da ucraini e polacchi che lavorano come giardinieri, badanti o raccoglitori nei campi, nonché dai dipendenti della Nato.
Più volte  in passato, stanchi della assenza delle istituzioni, i cittadini della fascia costiera hanno pensato alla separazione da Giugliano, soluzione inappropriata secondo l’assessore alla fascia costiera Carla Rimoli, (eletta, con la nuova Giunta, a luglio 2015) che preside un tavolo inter-assessoriale che affronta i vari temi politici declinati sulla fascia costiera. “Nel momento in cui c’è una linea per accorpare le Province- dice Rimoli- non avrebbe senso, anche perché la zona è un quartiere dormitorio, non ha attività produttive proprie e per questo non si è creata un’identità sociale definita.  Io che abito qui da trent’anni posso dire che non c’è mai stata un’attenzione particolare da parte delle amministrazioni di qualsiasi parte politica fossero, non c’è mai stato nessuno che abbia guardato al di là del proprio naso e che si sia reso conto delle potenzialità della zona nonché dei problemi. La nuova amministrazione dunque, dopo tre anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose, si propone un’inversione di tendenza. Antonio Pozziello, sindaco di Giugliano considera il litorale una priorità. “Per la prima volta il bilancio comunale inverte le percentuali di spesa. Con i fondi comunali abbiamo stanziato nel piano triennale il 58% dei fondi per opere su zona costiera, con il piano comunale di valorizzazione dei beni comunali da dismettere arriveremo all’85%; con una media ponderata siamo ben oltre il 60% di fondi spesi in zona. Utilizzando la doppia occasione irripetibile del Piano Urbanistico Comunale e dei Fondi Europei Regionali per lo Sviluppo2014-2020, che negli anni a seguire non vedremo più, vogliamo cominciare a costruire la città Domizia provando ad assicurare quel minimo di servizi e infrastrutture necessari per poi immaginare quale vocazione sviluppare, strategica e turistica, tale da rendere la zona appetibile agli interventi dei privati”.

Il lavoro da compiere appare titanico. Licola, Varcaturo e Licola appaiono sulla carta geografica tre centri urbani disordinati sorti in modo per lo più abusivo a cavallo di tre arterie principali. A fare a pugni con i parchi con ville con giardino e piscina la mancanza di fogne, i frequenti allagamenti, l’assenza di un Pronto soccorso nonché di piazze, parchi pubblici e trasporti efficienti.
Tra mancanza di un’identità e il degrado sociale. “Uno dei problemi per cui il territorio non decolla è che non si crea un senso di appartenenza. Le persone che arrivano entusiasmate da quello che potrebbe essere lo sviluppo del territorio, dopo un certo numero di anni si rendono conto che nulla è stato fatto e tornano da dove sono venute, ecco perché non riescono a legarsi al posto. Dal’insoddisfazione degli abitanti dei parchi dormitorio di Lago Patria e Varcaturo si passa alla situazione drammatica di Licola Mare, dove le abitazioni decadenti fanno da specchio al fortissimo degrado sociale, anche determinato dal fatto che l’area è amministrata a metà da Giugliano e a metà da Pozzuoli. Io stessa ho creato e gestito per 10 anni un centro polivalente patrocinato dal Comune di Giugliano che si occupava soprattutto di minori, ma poiché lo stabile era pericolante, il centro si è spostato a Varcaturo e si è trasformato in struttura per anziani. Soprattutto a Licola Mare è diffusa la violenza sulle donne; in qualità di assessore con delega anche alle pari opportunità presto aprirò un centro antiviolenza in una struttura confiscata alla criminalità a Giugliano centro, ma ho intenzione di crearne un secondo proprio in zona costiera. Bisognerebbe fare in modo che le persone che ci abitano stiano bene nel territorio a partire da luoghi di aggregazione. Per questo stiamo pensando a modifiche urbanistiche che si traducano in miglioramenti sociali:  a Lago Patria si pensa di realizzare una piazzetta nell’area antistante gli Scavi di Liternum; a gennaio, a Varcaturo è stata inaugurata la piazza di San Luca e a breve sarà realizzato un parco giochi per bambini nella ex area ecologica a via Ripuaria; a Licola Mare stiamo pensando di organizzare una serie di eventi a piazza Cristoforo Colombo”, chiarisce l’assessore alla fascia costiera Carla Rimoli.


A causa della mancanza di un’ identità collettiva l’associazionismo sulla fascia litoranea è raro, tuttavia negli ultimi anni a riunire piccoli gruppi di cittadini è stata la difesa dell’Ambiente. Una delle realtà più attive è L’ECO (ecologia, controllo e operatività) della fascia costiera capitanata dalla battagliera Lucia De Cicco critica sull’attuale amministrazione: “Pensavamo fosse amore, invece. L’assessore alla fascia costiera lo è su carta, ma paradossalmente non abbiamo un punto dove incontrarla.  Se in campagna elettorale la giunta eletta a giugno 2015 sembrava molto attenta alla fascia costiera, per ora viviamo di parole e continuiamo a fare presente i nostri bisogni: resta il diritto del cittadino di essere ascoltato. Intanto paghiamo le tasse più salate del Comune poiché viviamo in un’area residenziale dove le imposte sulle abitazioni sono più alte, a fronte della mancanza dei servizi essenziali, di essere cittadini di serie B”.

di Alessandra del Giudice

 

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