Act__1ROMA- Al mondo ci sono storie che non dovrebbero mai essere raccontate a un bambino. Ancor di più, ci sono storie di cui nessuno, soprattutto un bambino, dovrebbe mai essere protagonista. Proprio aesse, si è ispirata l’UNICEF per il lancio dell’ultima iniziativa nell’ambito della campagna “Bambini in pericolo”. Si tratta di una serie di tre cartoni animati dal titolo “Storie ingiuste – Storie di fughe dei bambini dai conflitti”, prodotti per sensibilizzare la popolazione occidentale sul tema dei 65 milioni di ragazzi coinvolti nelle migrazioni in tutto il mondo. Attraverso i racconti fatti in prima persona dagli stessi piccoli protagonisti e accompagnati da immagini colorate, infatti, l’UNICEF si pone come obiettivo di aiutare a capire il dramma dei migranti e soprattutto il concetto che ogni bambino è prima di tutto un bambino, non fa differenza da dove provenga, e in quanto tale ha i propri diritti e merita una giusta possibilità. I conflitti, la povertà, gli effetti sull’ambiente dei mutamenti climatici: sono questi i mostri che popolano le storie tristi dei piccoli migranti. Come quella di Ivine, 14 anni, e del suo cuscino che ogni notte si impregnava delle sue lacrime, mentre lei e la sua mamma erano costrette a dormire dove capitava, nella lunga strada tra la Siria e la Germania. Quelle scene terribili cui è stata costretta ad assistere, la pioggia di bombe, le pozze di sangue, non le scorderà tanto facilmente, neppure ora che, finalmente, è in salvo. Così come un’altra piccola siriana, Malak, 7 anni, non scorderà mai più il mare e quanto avesse freddo su quella piccola barchetta in cui entrava acqua e le sembrava di annegare. “Avevo molti amici, oggi non ho nessuno” dice, mentre il suo alter ego cartoon piange circondata da tentacoli minacciosi e uomini senza volto.

Allo stesso modo, si sente solo anche Mustafa, 13 anni, a cui la guerra ha portato via ad uno ad uno i fratelli, i genitori, la casa e tutti i suoi amici: l’unica cosa che poteva cercare di salvare erano i suoi amati giocattoli, ma più i chilometri percorsi aumentavano, nel lungo viaggio per fuggire dalla Siria, più aumentava la fatica e allora è stato costretto ad abbandonare anche loro. Storie di bambini “normali” in situazioni “eccezionali” potremmo definirle. Ma la verità è che più passa il tempo, più le proporzioni dell’emergenza si fanno tali da farci correre il rischio di abituarci a tutto questo. Per questo l’UNICEF ha lanciato quest’iniziativa che, attraverso il potente strumento dei social network, mira a coinvolgere le persone e, magari, a poter produrre ulteriori animazioni. «Ogni giorno, in ogni parte del mondo, ci sono persone che aiutano questi bambini con piccoli atti di umanità -sottolinea Paloma Escudero, capo della comunicazione dell’UNICEF- . Questi gesti raramente fanno notizia, ma fanno davvero la differenza per i bambini migranti e rifugiati. L’UNICEF vuole mettere in evidenza questi atti di umanità per ispirare altre persone e indicare la strada da percorrere in futuro».

Probabilmente non è una caso che questa iniziativa venga lanciata proprio ora che la vita di tantissimi bambini viene ulteriormente messa in pericolo dall’ormai famoso accordo tra l’Unione Europea e la Turchia sui rifugiati. L’UNICEF, infatti, ha espresso preoccupazione sul fatto che tale accordo non affronti i pressanti bisogni umanitari degli oltre 19 mila bambini attualmente bloccati in Grecia. Moltissimi hanno viaggiato da soli e ancora di più potrebbero essere quelli che, ora che le frontiere sono chiuse, insieme alle loro famiglie sceglieranno di raggiungere l’Europa attraverso rotte ancora più pericolose. Senza contare, poi, che i minori potrebbero essere coinvolti nelle tanto temute espulsioni collettive, di cui a tutti i costi si cerca di scongiurare l’attuazione. Ecco quindi che nasce l’hashtag #actofhumanity, perché sempre più persone possano condividere queste e altre storie e tutti possiamo ricordarci, come recita anche lo slogan della campagna “Bambini in pericolo”, che il loro “non è un viaggio, è una fuga”. Clicca qui per accedere al canale youtube di Unicef e vedere  Malak and the boat” , ” Mustafa goes for a walk”  o “The story of Ivine and Pillow

di Nunzia Capolongo

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