copertina-de-giovanniNAPOLI- A Sud dell’equatore, in Bénin (Africa) c’è un mondo povero eppure ricco di risorse umane. Un mondo dove la violenza non conosce accesso, un territorio dove i giovani continuano a sperare in un futuro migliore fatto di studio e opportunità. È un luogo dimenticato e fotografato da Giovanni de Giovanni, restituito all’attenzione dei più nella mostra “Enfance au Bénin” che si inaugura lunedì 7 dicembre al PAN (Palazzo delle Arti di Napoli) fino al giorno 13 dello stesso mese.

Sono immagini di bimbi innocenti, orfani degli stessi diritti che nel ricco e grasso Occidente vengono persino ritenuti banali; immagini raccolte nel libro dal titolo omonimo (Rogiosi editore) e che verrà presentato venerdì 11 dicembre alle 17. 15. All’ incontro prenderanno parte il fotografo Giovanni de Giovanni, lo scrittore Maurizio de Giovanni, Monsignor Gennaro Matino e Roberto Pennisi dell’associazione Mosi Cicala Onlus, che con il loro apporto hanno arricchito il testo di interventi che accompagnano le immagini pagina dopo pagina.

La mostra fotografica “Enfance au Bénin” nasce da un viaggio che Giovanni de Giovanni ha compiuto in Africa, tra Bénin e Togo, insieme al fratello Roberto, impegnato sul posto per imparare la futura professione di medico. “Da sempre appassionato di fotografia – racconta de Giovanni – ho avuto nell’incontro con Sergio Siano e Roberto Stella, docenti del corso di fotografia di base e fotoreportage dell’associazione UpNea, l’incontro che ha fatto esplodere questo interesse. Alla festa di laurea (ingegneria aerospaziale) mi è stata regalata una macchina professionale e ho cominciato a pensare di sviluppare un progetto fotografico. L’occasione si è presentata quando mio fratello Roberto ha conosciuto il dottore Pennisi dell’associazione Mosi Cicala Onlus. Da 15 anni il dottore organizza spedizioni a scopo umanitario in Bénin, dove con volontari medici e studenti di medicina coopera con l’ordine di suore camilliane del posto. Quando mio fratello mi ha detto che sarebbe andato, ho subito voluto incontrare il dottore per chiedere se ci potesse essere spazio per un fotografo. Ci fu subito sintonia e condivisione d’intenti, quindi decisi di organizzarmi e partire il 24 luglio per un viaggio di due settimane tra Bénin e Togo. Insieme a me, mio fratello e il dottor Pennisi sono venuti il medico Stefania Gatto, gli studenti in medicina Margherita Medugno e Paolo Borrelli e la giornalista Francesca Cimmino. È stata un’esperienza sconvolgente, anche per un viaggiatore seriale come me, tanto da rendere un inferno riaprire quelle immagini per svilupparle. Il Bénin è l’Africa non violenta, ma povera e malata. Si tratta dell’Africa bambina, ingenua e derubata”.

di Francesca Coppola

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui