guida

ROMA – C’è un Kenya differente nella guida al turismo responsabile edita da Altraeconomia: distante dalla costa e immerso nella splendida regione della Rift Valley, nelle contee di Nakuru e Baringo. Dalla sconosciuta – e unica! – foresta pluviale di Mau, a oltre 2.700 metri d’altezza, fino alla barca a motore che vi farà volare sull’acqua del lago Baringo, ospiti delle comunità Ilchamus. E poi la savana adagiata nella caldera di Menengai, alle spalle di Nakuru, la riserva di Crescent Island bagnata dalle acque dolci del lago di Naivasha, la Kerjo Valley e la cittadina di Iten, battuta da atleti e campioni del fondo. Per finire a contemplare l’esercito pacifico di 1 milione di fenicotteri rosa, “fuggiti” sul pelo del salatissimo lago Bogoria.

Ampio spazio, nel testo, alle comunità protagoniste dei progetti di cooperazione internazionale della Ong Mani Tese a sostegno del turismo responsabile e della tutela della biodiversità della regione, in particolare quello dedicato alle “Economie locali, tutela della biodiversità e sviluppo del turismo responsabile”, coordinato dalla Ong italiana e sostenuto da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.

Un viaggio che può essere “fai da te” ma che si può valere dell’organizzazione di ViaggieMiraggi,  cooperativa sociale-tour operator nata alla fine degli anni 90 che ha fornito una consulenza in ambito turistico ai protagonisti del progetto, supportando la giovane agenzia Terra Madre (terramadresafaris.kbo.co.ke, www.viaggiemiraggi.org).

La guida fa parte del progetto “Economie locali e tutela delle biodiversità: sviluppo del turismo responsabile e valorizzazione delle filiere agro-alimentari nel bacino del fiume Molo”, realizzato in Kenya da Mani Tese, Slow Food, WWF Italia, Necofa, Slow Food Kenya e sostenuto da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “Favorire uno sviluppo sostenibile 2012”. Mani Tese ha iniziato ad operare in Kenya dal 2011 per lavorare declinare qui la sua mission, un “impegno di giustizia”, per preservare la biodiversità, la sicurezza e la sovranità alimentare, e stare a fianco delle comunità e  dei piccoli produttori per valorizzare le loro produzioni.

Con l’introduzione di Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus e la postfazione di Valerio Bini, presidente di Mani Tese e numerosi altri contributi.

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