d)conferenzaNAPOLI – Annunciati i vincitori del Premio Napoli 2015 per la cultura e la lingua italiana. Si tratta di Roberto Paci Dalò, Bianca Pitzorno, Paolo Poli e Serena Vitale. Giunto alla 61esima edizione, il Premio Napoli è il primo e unico riconoscimento italiano consegnato a personalità che si distinguono per il loro contributo alla lingua e alla cultura indipendentemente dalla produzione eminentemente letteraria. Quest’anno il Premio è dedicato a Ernesto De Martino e Mario Pomilio, due grandi figure della cultura europea, prima ancora che italiana e partenopea, che verranno ricordate con diverse iniziative che coinvolgeranno i vincitori del 2015 nei prossimi mesi tra scuole, accademie, carceri, teatri e piazze della città. La cerimonia di premiazione si terrà a metà dicembre all’Auditorium della Rai di Napoli.
 
A cinquant’anni dalla morte di Ernesto De Martino – spiega Gabriele Frasca, presidente della Fondazione Premio Napoli – può suscitare un certo scalpore che l’Europa sia percorsa da convegni e giornate di studio dedicati all’opera del grande antropologo e che l’Italia mantenga invece un profilo tanto defilato da apparire persino sospetto. E ancora è singolare che chi si occupa, anche istituzionalmente, della nostra produzione letteraria non abbia pensato di commemorare, a quarant’anni dall’uscita, uno degli ultimi fondamentali romanzi italiani, ‘Il quinto evangelio’ di Mario Pomilio insignito del Premio Napoli nell’anno stesso della sua apparizione e, non a caso, tradotto in quasi tutte le lingue. Il Premio Napoli sceglie quest’anno di colmare le insolite lacune, scommettendo su appuntamenti e iniziative che nei prossimi mesi faranno riemergere il valore di due uomini di assoluto valore. Del resto il compito della Fondazione Premio Napoli non è solo quello di diffondere la cultura nel nostro territorio, da qualsiasi area geografica provenga, ma anche quello di mettere giustamente in risalto le eccellenze prodotte nel corso del tempo dalla vivacità intellettuale della nostra città. Ci è sembrato dunque – conclude Frasca – opportuno e doveroso dedicare il premio di quest’anno a due personaggi straordinari che hanno attraversato la storia di Napoli, ma che con le loro opere hanno incontrato il mondo”.
 
La Fondazione Premio Napoli – commenta Nino Daniele, assessore alla cultura del comune di Napoli – si fa portavoce di un ammirevole sforzo: approcciare alla cultura di Napoli, fare della città un luogo di ricerca costante attraverso un coagulo di iniziative che superino la sola letteratura ma abbraccino trasversalmente tutte le arti oltre ogni provincialismo. Grazie alla presidenza di Frasca il Premio restituisce una duplice identità di Napoli perché si inoltra verso sentieri di sperimentazione antichi – un esempio è l’iniziativa Napoli legge Ariosto – e vie inedite o meno esplorate, come la dedica a due nomi come Ernesto De Martino e Mario Pomilio. Una scelta, quest’ultima, che include un attento senso della modernità perché approfondisce i temi del magico e del sacro, argomenti attualissimi nella drammatica contemporaneità delle passioni tristi”.
 
La Fondazione Premio Napoli – precisa Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio, ente socio della Fondazione – gode di buona salute, opera bene e noi come soci siamo soddisfatti del suo operato, del rapporto osmotico che crea con numerose realtà della città, dalle carceri alle accademie, ai teatri. Come ente camerale sentiamo di partecipare ad una iniziativa fondamentale per Napoli, sempre nella convinzione che sia necessario e auspicabile promuovere un rapporto vivace tra economia e cultura”.
 
 
In occasione della cerimonia di premiazione a dicembre, come ormai da prassi, la Fondazione Premio Napoli offre alla città uno spettacolo che vede coinvolto uno degli artisti insigniti (l’ingresso è gratuito). Quest’anno, in via eccezionale, gli spettacoli saranno due.
Ad aprire la serata all’Auditorium della Rai di Napoli sarà “Fronti”, di Roberto Paci Dalò che evoca atmosfere e tracce di un conflitto devastante, la Grande Guerra, in chiave originale tra cori, musica elettronica dal vivo, estratti da film originali provenienti da rari materiali in pellicola dell’epoca.
Chiuderà l’evento Paolo Poli con un uno dei suoi esilaranti recital.
 
VINCITORI PREMIO NAPOLI 2015 – MOTIVAZIONI
 
Roberto Paci Dalò: Compositore, regista teatrale, artista visivo e sonoro, Roberto Paci Dalò è una delle figure più versatili del panorama italiano, e sicuramente uno dei nostri artisti più noti all’estero. Pioniere del teatro di ricerca sin dai primi anni Ottanta con la compagnia “Giardini Pensili”, musicista e compositore apprezzato da personalità del calibro di John Cage e Alvin Curran, artista visivo e sonoro in grado d’imporsi nella scena europea quanto in quella americana, e recentemente persino in quella cinese, Paci Dalò ha sicuramente contribuito non poco a dare della cultura italiana, di solito malinconicamente ristretta nei propri confini, un’immagine dinamica e all’altezza degli attuali processi d’innovazione.

Bianca Pitzorno: “Soggetto nomade” e ambasciatrice della lingua e cultura italiana sui molteplici sentieri della scrittura e dell’invenzione narrativa, traduttrice e a sua volta tradotta in ben 12 lingue, Bianca Pitzorno ha esplorato ed esplora con il suo sguardo pungente, ironico e anticonformista tutti i confini dell’alterità: infantile, giovanile e soprattutto femminile, attraversando differenti generi letterari e orizzonti temporali diversi, dall’antichità ai nostri giorni. In lei radici e ali si fondono, con rigore e leggerezza, tra archeologia preistorica, lingue antiche, grandi classici rivisitati e critica semiologica dell’immagine applicata al cinema e alla televisione in un ampio corpus letterario e critico che, oltre a testimoniare il suo coerente e incessante impegno estetico, offre anche un determinante e più che mai necessario contributo a una pedagogia della letteratura e del pensiero divergente.

Paolo Poli: Premio Napoli per aver inventato uno stile comico antiretorico e aver occupato per sessant’anni una posizione di spicco nel panorama teatrale nazionale grazie al pieno possesso di una solidissima cultura letteraria congiunto ad un alto artigianato teatrale. Nella sua lunga vita di palcoscenico da attore solista ha trasposto sulla scena per il grande pubblico autori classici e moderni e pagine insolite della letteratura italiana, resi eloquenti dal suo inimitabile stile ironico. Artista graffiante ed interprete dalla formidabile ricchezza espressiva, è un felicissimo esempio dell’elevata qualità dell’invenzione teatrale e della tradizione culturale italiane.
 
Serena Vitale: Erede della migliore tradizione italiana di slavistica, Serena Vitale utilizza inizialmente la traduzione come pratica di conoscenza della cultura russa attraverso alcune delle sue figure centrali per aprire un varco di contatto con la cultura italiana. Ciò la porta a individuare una sorta di processo mimetico che scatta con una ristretta selezione di autori di cui offre non solo traduzioni e saggi, ma anche ricostruzioni biografiche e storie (esempio più alto di questo scambio simpatetico è stata la Cvetaeva). In parallelo, al di là delle traduzioni e della saggistica, prende corpo anche una sorta di autoriflessione: il rapporto con il mondo slavo vissuto con la frequenza della passione e dell’amore, ma anche con la costanza della disciplina porta a narrazioni, dove lo sguardo dell’autrice alterna l’Italia e la Russia raccontando, costruendo e decostruendo la sua biografia intellettuale ma anche quella italiana letta finalmente al centro degli scambi internazionali. Una storia culturale tanto esemplare quanto avventurosa.

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