expoMILANO – Alla vigilia dell’inaugurazione dell’evento che durerà 184 giorni, dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, ci si pone un interrogativo: cosa c’è realmente dietro l’organizzazione dell’Expo di Milano 2015, una delle più grandi manifestazioni sull’alimentazione e la nutrizione, il cui tema portante è “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”?
È uno dei tanti quesiti che si pongono associazioni, comitati ed organismi che percorrono un viaggio parallelo rispetto all’evento.
Primo tra tutti spicca il Comitato No Expo 2015, nato nel 2007 a cui fanno capo comitati, associazioni e centri sociali, i cui rappresentanti dichiarano: «L’Expo non nutre il nostro pianeta ma è una macchina che genera cemento, precarietà e corruzione».

Tra i tanti obiettivi dell’Expo c’è quello di riflettere e confrontarsi sulla capacità e possibilità di garantire cibo sano e sufficiente per tutti i popoli, rispettando il pianeta e soprattutto i suoi equilibri.
Tutto ciò si svilupperà in un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, con più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti e con oltre 20 milioni di visitatori attesi.
Quelli del No Expo si domandano: si vuole davvero promuovere un nuovo modello di sviluppo? O dietro questi bei propositi si nascondono, come sempre, i profitti delle multinazionali e le strategie di sviluppo volte a lucrare non solo sulle economie sociali ma anche sul benessere sociale e sull’ambiente?
Le stesse multinazionali che impoveriscono e inquinano il nostro pianeta sono pronte a parlare di green economy e sviluppo sostenibile. Tutto questo per cosa? «Per una strategia di branding per vendere di più, forse»?
E sempre il Comitato focalizza la sua attenzione sui tanti sponsor di Expo 2015 (McDonald’s, Nestlé, Eni, Enel); spicca imperante, tra i tanti, il colosso del soft – drink Coca-Cola. Un vero e proprio paradosso per una multinazionale del genere partecipare ad un evento in cui si riflette su ecosostenibilità, nutrizione, innovazione, diritto al lavoro.
L’ambizione del No Expo è quello di creare un modello opposto di città, territorio e vita sociale.
Accanto all’Expo ufficiale esiste anche un Expo dei Popoli, realtà che raggruppa associazioni della società civile italiane insieme a reti e movimenti contadini di tutto il mondo.
L’Expo dei Popoli vuole affiancare le voci dei popoli a quelle dei governi e delle multinazionali. Al centro di tutto si vuole mettere il rispetto per i diritti umani e per la salvaguardia dell’ambiente.
“L’Expo dei Popoli – spiega Giosuè De Salvo, portavoce del Comitato per l’Expo dei Popoli – darà voce soprattutto ai rappresentanti dell’agricoltura a conduzione familiare e di piccola scala, esclusi dall’Expo ufficiale nonostante producano il 70% degli alimenti consumati a livello globale e siano oggi giorno i principali investitori in agricoltura. Al forum, infatti, parteciperanno i più importanti movimenti contadini di tutto il mondo, tra cui La Via Campesina, l’International Planning Committe for Food Sovereignty, la Rete delle comunità del cibo di Terra Madre, e molte altre”.
L’Expo dei Popoli è il forum internazionale della società civile e dei movimenti contadini che si terrà a Milano, dal 3 al 5 giugno 2015, presso La Fabbrica del Vapore.
Le discussioni verteranno su promozione e sostegno dell’agroecologia, tutela della biodiversità, economia solidale; ma anche e soprattutto questioni importanti per i popoli più “indifesi” del pianeta, come la speculazione finanziaria e il land grabbing, ovvero il fenomeno dell’accaparramento di terre ad opera di imprese transnazionali, governi stranieri e fondi di investimento che sta danneggiando l’economia contadina soprattutto nel Sud del mondo ma anche in Europa.

di Naike Del Grosso

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui