ROMA- In un documento pubblicato oggi, Amnesty International denuncia la diffusione della tortura, delle frustate e delle uccisioni sommarie nelle prigioni segrete dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), un gruppo armato che controlla ampie zone della Siria settentrionale.
L’Isis, che afferma di applicare rigidamente la shari’a (legge islamica) nelle zone che controlla, sopprime violentemente i diritti della popolazione locale. Nel suo documento di 18 pagine, intitolato ‘Stato di paura: abusi commessi dall’Isis nei centri di detenzione della Siria settentrionale’, Amnesty International descrive sette centri di detenzione diretti dall’Isis nel governatorato di al-Raqqa e ad Aleppo.  “Tra le persone sequestrate dall’Isis ci sono anche bambini di otto anni, detenuti in condizioni crudeli e disumane insieme agli adulti”– ha dichiarato Philip Luther, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. Dalle testimonianze di ex detenuti emerge un campionario scioccante di abusi: frustate con cavi elettrici e cinghie dei generatori, scariche elettriche e la tortura dello ‘scorpione’ in cui il detenuto viene immobilizzato in una posizione estremamente dolorosa, con entrambi i polsi legati dietro una spalla. Secondo le testimonianze ottenute da Amnesty International, neanche ai bambini vengono risparmiate le frustate. Un padre ha raccontato il tormento di aver dovuto ascoltare le urla di suo figlio, torturato nella stanza accanto. Due detenuti hanno visto un ragazzo di 14 anni subire oltre 90 frustate durante un interrogatorio nella prigione di Sadd al-Ba’ath, nel governatorato di al-Raqqa. Un altro 14enne, accusato del furto di una motocicletta, e’ stato frustato ripetutamente per diversi giorni.  “Frustare una persona, per non parlare di un bambino, è un atto crudele e disumano e una grave violazione dei diritti umani’ – ha commentato Luther. ‘L’Isis deve cessare immediatamente di ricorrere alle frustate e ad altre pene crudeli e i suoi leader devono istruire le forze ai loro comandi al rispetto del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario”. Amnesty International rinnova la sua richiesta al governo siriano affinchè ponga fine alla sua parte di violazioni dei diritti umani (tra cui il ricorso alla tortura nei centri di detenzione) e consenta libero accesso sul territorio alla Commissione internazionale indipendente d’inchiesta, alle organizzazioni umanitarie e alle organizzazioni per i diritti umani.

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