BOLOGNA – Tra Modena e Reggio Emilia, in un pentagono di cinque comuni, nasce una realtà futuristica: la Fabbrica delle Idee. Un progetto voluto da Claudio Pistoni, sindaco di Fiorano Modenese, una delle provincie che insieme a Sassuolo, Maranello, Formigine e Prignano della Secchia, con coraggio ha affrontato il tema da una prospettiva diversa della solita difesa del verde, ma guardando al futuro diun intero territorio. Alla base del progetto, il confronto. Un confronto voluto dall’amministrazione e dalle Imprese, con la partecipazione della società civile, che ha generato idee, che messe in rete, stanno rilanciando un territorio conosciuto principalmente per la produzione della ceramica, a Distretto della Green Economy. In rete ci sono tutti : i Comuni, la Coldiretti , la Confcommercio, le Associazioni di commercianti e di piccole e medie imprese , Confindustria Ceramiche , sindacati, scuole, Associazioni di volontariato, culturali e giovanili, esperti esterni. Cento i progetti che inizialmente sono stati scelti, dalla riqualificazione del territorio, all’innovazione del prodotto e del processo della ceramica industriale, passando per la promozione turistica, la formazione, la ristrutturazione del Welfare aziendale.
LE INIZIATIVE – Alcuni progetti: Il Distretto Green della Ceramica per promuovere criteri green di base condivisi dalla filiera dei prodotti per l’edilizia. Integrare e migliorare il know-how dei prodotti “green” del sistema ceramico e dell’edilizia sostenibile/green.
La Green Motor Valley con la filiera dei Green Motors per la produzione di nuovi modelli di motoristica innovativa e sostenibile e creare spazi di ricerca in partnership con altre imprese per lo sviluppo di prototipi di motori ibridi, elettrici e a idrogeno.
La Green Energy per favorire la diffusione di energie alternative, negli enti pubblici, nelle imprese locali e nella società civile e nuovi criteri di sostenibilità ambientale nella movimentazione delle merci e delle persone. Creare zone e corridoi “verdi” per mantenere parametri minimi di biodiversità in ambito urbano. Importante anche la formazione di nuove competenze e profili professionali proiettati allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi green, favorendo l’incontro tra le imprese e il mondo della formazione (scuole e università).
IL RUOLO DEL VOLONTARIATO – Anche le associazioni di volontariato hanno contribuito, collaborando con le imprese allo sviluppo di un nuovo Well-fare, con servizi di supporto alle persone in difficoltà per motivi di lavoro.
LA RETE – Per fare tutto ciò è nata una Governance di distretto, dall’unione dei cinque Comuni, i cui obiettivi sono: coordinare e razionalizzare le politiche pubbliche per ogni settore del distretto con visione di macro aerea per una maggiore efficacia e ottimizzazione delle risorse umane ed economiche. Fornire servizi integrati, adottare nuove procedure e forme di progettazione e rendicontazione pubblica. Prevedere forme di finanziamento mirate per progetti e partnership.
Hanno facilitato la condivisione e la partecipazione al progetto due strumenti, due idee nate nella Fabbrica: il Festival della Green Economy e la Vetrina delle Pratiche Green. Il Festival, nel 2014 alla sua quarta edizione, è diventato, un punto di riferimento per la promozione e discussione su nuove idee, coinvolge imprese, enti pubblici, scuole, mondo non profit e cittadinanza. La Vetrina delle Pratiche Green è un repertorio online di progetti realizzate da parte di Imprese, Enti Pubblici, scuole e Associazioni di volontariato.
L’ESPERIENZA SUL WEB – Un hub virtuale dove convergono tutte le esperienze Green del Distretto, per scambiare conoscenze, competenze e generare nuove idee di lavoro. “La green economy può essere di aiuto, ma non può da sola portare l’economia regionale fuori dalla situazione di difficoltà, anche se ben inferiore a quella di altre realtà del Paese” , asserisce il Prof. Tiziano Bursi , docente di economia all’Universirstà di Modena e Reggio Emilia. “Non vi è dubbio che ispirare i comportamenti e le azioni di tutti (imprese, consumatori, istituzioni) in chiave ‘’green’’costituisce un impegno etico e anche morale. L’adozione di questo indirizzo presuppone un radicale cambio culturale, capace di incidere sugli stili di vita, abitudini di consumo, modalità di fruizione dei beni e dei servizi. Da ciò, la nascita di nuovi prodotti e servizi e processi produttivi, più compatibili e rispettosi dell’ambiente e… una nuova economia”.
 

di Paola Amore

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