ROMA – L’importanza del riciclo e del riuso degli abiti usati al centro del convegno “La cultura del riutilizzo eccellenza della Green Economy – La raccolta degli abiti usati per una nuova etica d’impresa” organizzato a Roma presso la Camera dei Deputati da HUMANA People to People Italia Onlus. Nel corso dell’evento è stata analizzata l’attuale situazione italiana e le problematiche legate alla normativa in merito. Nel 2012 in Italia solo il 12% del totale degli abiti è stato raccolto in maniera differenziata, ovvero 99000 tonnellate. Di quanto viene raccolto viene riutilizzato il 68%, il 25 % viene riciclato mentre il 3% è smaltito. Secondo Karina Bolin questi numeri possono cambiare: “Un quadro normativo più chiaro e completo, che garantisca la corretta gestione degli abiti usati attraverso il controllo di tutta la filiera, potrebbe portare a un incremento della raccolta fino a 3-5 kg/persona, pari a 240.000 tonnellate: ciò – continua la presidente di HUMANA – avrebbe un impatto positivo sull’ambiente e garantirebbe alle amministrazioni pubbliche notevoli risparmi nello smaltimento dei rifiuti, creando al contempo nuove opportunità economiche”. La raccolta dei tessuti usati trasforma i rifiuti in risorsa e permette la diminuzione della frazione indifferenziata dei rifiuti. Secondo Karina Bolin la legge dovrebbe richiedere la trasparenza dell’intero processo, dalla raccolta alla destinazione, per controllare anche eventuali operatori non in regola. Dello stesso avviso è Rossella Muroni che in un intervento ha spiegato: “Tra le nuove frontiere dell’ecomafia, bisogna annoverare il traffico di rifiuti derivanti dalla dismissione di indumenti usati. Il materiale recuperato, infatti, dovrebbe essere destinato a trattamento igienizzante e poi ad un centro per la rivendita o lo smaltimento, secondo la legge. La criminalità organizzata invece, – prosegue il direttore di Legambiente – preleva gli abiti scartati, seleziona il rivendibile senza effettuare nessun trattamento igienizzante e smaltisce illegalmente il resto, che spesso finisce disperso nell’ambiente o viene bruciato”.

di Sara Imparato

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