seme_solidCAGLIARI- La scelta di Papa Francesco di visitare Cagliari e pregare ai piedi della Basilica N. S. di Bonaria, patrona massima della Sardegna, è stata per tante persone motivo di gioia e di grandi emozioni. I Volontari della Sardegna hanno donato a Papa Francesco il “Seme della Solidarietà e della Pace”, in occasione dell’incontro di domenica scorsa con i giovani, in Largo Carlo Felice a Cagliari. Il “Seme della Solidarietà e della Pace”, opera del maestro Pinuccio Sciola, intende rappresentare la speranza e l’impegno del variegato e numeroso mondo del Volontariato in Sardegna costituito da oltre 1600 associazioni e da oltre 100.000 volontari e, insieme, intende esprimere la gratitudine, la stima e l’omaggio a Papa Francesco da parte del volontariato sardo. È lo stesso “Seme della Solidarietà e della Pace” presente in 41 piazze di altrettanti Comuni sardi, seminato dai Volontari in occasione dell’Anno Europeo del Volontariato (2011) con l’iniziativa “Le Piazze della Solidarietà”. Un seme che va coltivato ogni giorno «per ridare vigore – afferma Gian Piero Farru, presidente del Centro di Servizio per il Volontariato Sardegna Solidale – a una nostra funzione irrinunciabile: essere forza di cambiamento e di innovazione. Senza mai stancarci di essere pionieri di nuove strade, di nuove proposte, di aperture profetiche, di illuminati e illuminanti sguardi di prospettiva» che proprio Papa Francesco sta compiendo in tanti modi e attività. I Volontari sardi operano per creare coesione sociale e per rivendicare i diritti di cittadinanza per tutti. Agiscono e alzano la voce a difesa di chi non ha voce, dei più deboli, di chi vive ai margini e fa più fatica, di chi si sente solo, povero e sofferente, pronto a intervenire tutte le volte che le necessità lo richiedono. È un volontariato che agisce e che pensa, che attiva la solidarietà corta verso chi vive situazioni di emergenza e di immediata necessità, e che ragiona, propone e lavora per la solidarietà lunga, per rimuovere le cause della povertà, della sofferenza, della solitudine e dell’ingiustizia.I volontari condividono pienamente le parole di stimolo e incoraggiamento di Papa Francesco: «Servire significa lavorare a fianco dei più bisognosi, stabilire con loro prima di tutto relazioni umane, di vicinanza, legami di solidarietà. Solidarietà, questa parola che fa paura per il mondo più sviluppato. Cercano di non dirla. E’ quasi una parolaccia per loro. Ma è la nostra parola».

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