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ROMA – Durante il “2014, i-gambling in Europe”, il convegno organizzato a Roma da Business International, è stato presentato un rapporto sullo stato dei bilanci delle aziende italiane del gioco nel periodo compreso tra il 2010 e il 2011: il settore contribuisce anche all’aumento delle risorse pubbliche grazie a un’incidenza delle imposte del 3,2%. Insomma, le aziende del comparto del gioco godono di buona salute, mirano alla crescita ma restano comunque sotto osservazione perché il fenomeno non degeneri creando un vero e proprio problema sociale. Nonostante la crisi le aziende hanno aumentato di oltre il 10% l’occupazione, si tratta di 1.500 nuovi posti di lavoro ottenuti da giovani laureati e specializzati: in crescita appaiono anche gli investimenti, con un capitale netto di 4,5 miliardi. Tuttavia, durante il convegno, ci sono stati numerosi interventi richiami alla responsabilità, si è parlato di ludopatia che colpiscele fasce più deboli della popolazione. Achille Variati, sindaco di Vicenza (tra i primi Comuni a regolamentare il settore) è intervenuto in rappresentanza dell’Anci e ha affermato che “non c’è da parte degli amministratori locali l’intento di demonizzare il settore”, ma ha invitato alla cautela per evitare “degenerazioni che potrebbero costituire un vero e proprio pericolo per la comunità”. Variati si è poi rivolto, a nome dell’Anci, al Parlamento, affinché metta a punto una legge quadro che attribuisca ai Comuni più competenze per affrontare gli aspetti urbanistici, definire i poteri sanzionatori, la regolamentazione della pubblicita’ e per contrastare le patologie causate dal gioco. Il convegno ha portato alla luce anche altri dati significativi: in calo del 7% del gioco online tra gennaio e maggio 2013 rispetto al 2012; in calo del 35% il poker. Un miliardo di euro di incassi l’anno é invece la dimensione del mercato delle scommesse virtuali. di Paolo De Martino
 
 

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