PALERMO – Due occhietti spenti nel vuoto. Fratture agli arti. Il cranio fasciato per le botte ricevute proprio accanto alla fontanella. Mezzo cervello schiacciato da una bastonata che si fa fatica a immaginare come animalesca reazione di un padre o di una madre depressi davanti al pianto innocente di una creatura indifesa.
Appare così il piccolo Giorgio arrivato a Ferragosto all’Ospedale dei bambini di Palermo mentre vomitava in preda alle scosse del terremoto che ha distrutto la sua esistenza. Ma nell’abisso del disastro che si è abbattuto su questo bimbo di tre mesi destinato a restare sordo e cieco per le sevizie subite dai … continua a leggere l’articolo su corriere.it

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