BOLOGNA – Piena ”solidarieta’ e stima”, da parte dell’Arcigay, a Camilla Seibezzi, neodelegata ai diritti civili del Comune di Venezia, al centro di polemiche per aver modificato la modulistica comunale, sostituendo i termini madre e padre con la parola genitore. A manifestare vicinanza a Seibezzi e’, in una nota, il presidente della stessa Arcigay, Flavio Romani. ”Le minacce di morte indirizzate alla consigliera del Comune di Venezia, Camilla Seibezzi – scrive – sono l’inaccettabile esito di un clima d’odio fomentato apertamente dalla politica. Quello di Camilla Seibezzi e’ un provvedimento maturo, progressista, che ragiona sull’inclusione e che sarebbe auspicabile, se non addirittura doveroso, in tutte le amministrazioni locali”. A giudizio del presidente di Arcigay, ”invece e’ bastata questa innovazione a scatenare un dibattito dai toni impressionanti, con un assessore provinciale, Raffaele Speranzon, gia’ noto per aver proposto la censura dei titoli ‘sconvenienti’ dalle biblioteche pubbliche del suo territorio che addirittura, parlando dei figli delle coppie omosessuali, li assimila ad ‘organismi geneticamente modificati’: un razzismo dell’infanzia che nemmeno il nazifascismo aveva avuto il coraggio di formalizzare in maniera cosi’ esplicita”. Politici ”come Speranzon – prosegue Romani – portano la responsabilita’ piena del clima d’odio in cui galleggia questo Paese”. Pertanto, prosegue ancora il presidente di Arcigay ”si tengano a mente questi episodi quando alla Camera, nella discussione della legge contro l’omotransfobia, si tenteranno assurdi salvacondotti a tutela di queste ‘opinioni’: abbiano chiaro in mente – sottolinea ancora – deputati e senatori, la legittimita’ che andranno a conferire a queste inaccettabili prese di posizione e ricordino gli esiti violenti di cui oggi la stampa ci informa. Alla consigliera Seibezzi – conclude Romani – trasmettiamo la nostra stima, il nostro sostegno e la nostra solidarieta” (Ansa) 

di Redazione online

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