tac1SALERNO – Nell’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore, a nord di Salerno, si trovano “tesori” abbandonati e nascosti. A volte anche murati, come la camera iperbarica, o una Tac imballata, ritrovata dopo anni in un magazzino del sottoscala, da tempo in disuso. Strumenti che oggi appaiono obsoleti, da alienare. Ma, per ora,, restano dove sono. Inutilizzati.
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LA CAMERA IPERBARICA – Uno “spreco” che non è passato inosservato ad un chirurgo dell’omonimo reparto dell’ospedale nocerino, Rino Pauciulo, noto per le sue numerose missioni all’esterno con i gradi da ufficiale dell’Esercito Italiano. Il medico, appresa la notizia del “ritrovamento” della Tac, ha subito avuto una intuizione. «Se deve essere alienata e non hanno i soldi ci penso io. Insieme ad amici e colleghi valuteremo le condizioni in cui versa il macchinario e faremo di tutto per aggiustarlo. Sarà anche un modello vecchio ma sono sicuro che i nostri sforzi verranno ripagati: porteremo la Tac in Africa», spiega il camice bianco mentre gli brillano gli occhi. «Faremo richiesta ai vertici ospedalieri e a quelli dell’Asl Salerno. Alienare un bene ha un costo elevato: a questo punto  la porto via io. A costo zero. Sapere che c’è la possibilità di avere tale strumento da portare ai bambini malformati e malnutriti mi rende particolarmente determinato a raggiungere lo scopo». Pauciulo da anni è impegnato in missioni estere anche in posti considerati a rischio. L’ultima volta ha salvato la vita ad una  bambina tanto che la Nato lo ha voluto premiare. Ma al chirurgo poco importano le medaglie e aggiunge: «La camera iperbarica murata? Una vergogna che tutti conoscono». Già, l’importante macchinario è chiuso tra le quattro mura da anni. Prima si pensava di spostarla a Pagani, nel vicino ospedale “Andrea Tortora”, per acquistarne una nuova. Poi ha vinto l’oblìo: la iperbarica è chiusa a chiave in un locale sotto gli occhi di tutti, al piano terra del plesso.
L’ASL – Capitolo simile per la Tac: ritrovata in un magazzino nel sottoscala mentre si effettuavano sopralluoghi tesi proprio a verificare i contenuti di questi locali. Smontato, il macchinario era stato messo da parte per l’arrivo di quello nuovo. Nel caso non fosse giunto, si sarebbe proceduto a riparare quello ‘vecchio’, un modello Philiphs. È rimasto per anni in un angolo buio e ora in attesa che qualcuno ne decreti il futuro. Le decisioni ora passano nelle mani della Direzione Strategica dell’Asl Salerno.

di Rosa Coppola

 

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