terzo-settore-NAPOLI – Continua il braccio di ferro tra il Comune di Napoli e gli operatori del Terzo Settore, che ormai da mesi chiedono il pagamento delle spettanze. Proteste e promesse si sono sprecate in questi giorni e la situazione resta drammatica. C’è chi aspetta lo stipendio da mesi, chi addirittura deve rinunciare ad andare a lavorare perché, senza lo stipendio, è arrivato talmente allo stremo da non potersi permettere nemmeno gli spostamenti. Alle spalle, i disabili. Quelli che del Terzo Settore hanno bisogno per vivere una vita che possa definirsi dignitosa. Le ultime rassicurazioni (in ordine di tempo) sono di venerdì scorso, quando, davanti ad una delegazione di operatori assistenziali, il Comune promise che la situazione si sarebbe risolta in pochi giorni. «Ci hanno promesso, – spiegano gli operatori, – che l’Amministrazione avrebbe rilasciato subito le certificazioni, in modo da consentire alle cooperative di ottenere credito dalle banche e continuare il lavoro». Certo, la burocrazia ha i suoi tempi e tre giorni lavorativi sono un’inezia. Ma la mancanza di comunicazione non fa presagire nulla di buono. «Non ci hanno fatto sapere più nulla, – continuano i lavoratori, – soldi dalla Regione non ne arrivano, le certificazioni che sembravano sul punto di essere firmate non sappiamo nemmeno che fine abbiano fatto».
WELFARE ALLO SFASCIO – Nel settore dove il fallimento dell’Amministrazione è più evidente, anche le cooperative, che quel settore sono andate ad occupare con professionisti e volontari, sono ormai ad un punto di non ritorno. Chiusi i rubinetti comunali, sigillati quelli delle banche. Gli operatori sono in protesta da mesi, da alcune settimane hanno attuato un presidio fisso sotto palazzo San Giacomo.
Il nocciolo della questione sono i 300 milioni di euro, spettanze arretrate dovute dal Comune di Napoli alle cooperative e mai versate. Le cooperative, venendo a mancare il denaro, non possono andare avanti e minacciano i licenziamenti. Senza operatori, il dramma finisce col ripercuotersi su 2000 disabili gravi, per i quali l’assistenza è irrinunciabile.
LA STORIA – Due fratelli, Sergio e Giovanna, rispettivamente di 49 e 47 anni, celebrolesi gravissimi allettati con piaghe che vivono con i soli ormai anziani genitori ed hanno bisogno di continua assistenza 24 ore su 24. La madre, Teresa, 73 anni afferma: «Una volta, organizzando apposite campagne di sensibilizzazione nei licei ed all’Università, riuscivamo ad avere a disposizione fino a 30 giovani volontari da far ruotare vicino ai miei ragazzi. Ora, con le poche forze che mi restano e con mio marito malato di cuore, riesco solamente ad accudire con fatica Sergio e Giovanna; ma, col venir meno dei 2 assistenti della cooperativa, destinatimi per 4 ore al giorno dal Comune, reggerò ancora per poco »
 

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