BOLOGNA – L’esperienza del museo tattile, che raccoglie una serie di opere visive tradotte in bassorilievi, supera i confini italiani e arriva in Giappone. Bologna è all’avanguardia in questo senso: il museo Anteros, dell’Istituto Ciechi Cavazza, è una delle strutture più innovative del mondo, tanto che questa settimana un gruppo di ricercatori è arrivato direttamente dal Giappone per studiare le metodologie utilizzate. In autunno verrà inaugurata una struttura gemella a Tokio.
A Bologna, l’esperienza è attiva ormai dal 1999: gli spazi di Anteros mettono a disposizione delle persone non vedenti o ipovedenti una serie di dipinti, da ammirare semplicemente con il movimento dei polpastrelli.
Quando il non vedente entra nel museo, ha bisogno di essere orientato: per questo, a disposizione ci sono guide che aiutano il visitatore nel processo che va dalla percezione, al riconoscimento del soggetto, fino all’interiorizzazione del valore estetico. Inizialmente, le mani vengono guidate nei movimenti, e solo successivamente, a seconda dei comportamenti percettivi e cognitivi della persona, viene lasciata una certa autonomia, per far sviluppare competenze proprie. Ogni anno, il museo conta almeno 3 mila visitatori.
 
 

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