DSCF4677 (800x600)NAPOLI – Contagioso e dilagante. Sono questi gli attributi per definire al meglio l’entusiasmo del Napoli Campania Pride 2013, che ha coinvolto migliaia di persone che insieme hanno marciato pacificamente per le strade del centro della città. Frutto del lavoro organizzativo delle associazioni I-Ken, Arcilesbica, Arcigay Napoli, Arcigay Salerno, Famiglie Arcobaleno e Ponti Sospesi, che per la prima volta hanno unito i loro sforzi nella realizzazione della manifestazione, il Pride della Campania ha visto la partecipazione attiva delle istituzioni, rappresentate dal sindaco Luigi de Magistris e dall’assessore alle politiche sociali Pina Tommasielli che hanno guidato la manifestazione da Piazza Cavour, fino al lungomare. Ospite d’eccezione e madrina del Pride, Isa Danieli.
Ad una settimana di distanza dal Pride Nazionale di Palermo, in contemporanea con altre sfilate di orgoglio gay in tutta Italia, Napoli Campania Pride è stato incastonato in quella che è stata definita «Onda Pride». «E’ l’onda che una settimana dopo il Pride di Palermo deve travolgere il Paese – sostiene Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli – è uno tsunami arcobaleno perché le istituzioni finalmente concedano i diritti civili a tutti e non soltanto a una parte. Concedere questi diritti non comporta la sospensione di altri diritti al resto della popolazione».
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LE UNIONI CIVILI COMPIONO UN ANNO – Il Napoli Campania Pride ha potuto festeggiare insieme al Comune di Napoli il primo anniversario dall’istituzione del registro delle unioni civili. «Non è più il comune di 20.000 abitanti che si batte in prima linea per i diritti, ma è una metropoli come Napoli, che è stata successivamente presa ad esempio da Milano, Palermo e altre grandi città – continua Sannino – se tutte le città istituissero tale registro, il legislatore nazionale sarebbe obbligato a fornire una legge quadro per istituzionalizzarli».
UN PROBLEMA DI FONDO – Non soltanto il matrimonio omosessuale, ma una legge contro i reati per omofobia. È questa l’esigenza, insieme al riconoscimento del diritto alla famiglia per la comunità Lgbtq, tra le richieste di chi è sceso in piazza. In Europa, l’Italia e non possiede un testo legislativo che introduca i reati contro l’omofobia.

di Claudia Di Perna

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