fondazione_telecomROMA- Fondazione Telecom Italia ha individuato in questi anni, tra i suoi obiettivi, la valorizzazione del patrimonio storico-artistico del Paese. In quest’ambito, con il contributo di alcuni esponenti del mondo della conservazione, della valorizzazione e della comunicazione dei beni culturali, FTI ha identificato nei “beni culturali invisibili” l’area d’interesse sulla quale focalizzare i propri interventi.
L’espressione “bene culturale invisibile” si può declinare in vari modi partendo dall’arte invisibile che giace nei depositi dei musei italiani, un patrimonio artistico di cui difficilmente il pubblico può fruire, ma può anche riguardare un cosiddetto “bene minore” non sufficientemente visibile all’interno della dimensione locale di riferimento e che invece potrebbe diventare, con un opportuno progetto di rilancio e valorizzazione, un elemento attrattivo per l’economia e il turismo locale.
La nozione può estendersi non solo ad oggetti e luoghi, ma a quel genere particolare di “beni invisibili” che sono le tradizioni di conoscenze, competenze, abilità, tecniche, che in Italia sono così diffuse e stratificate, e al tempo stesso così fragili, così a rischio di declino, decadimento, estinzione. Tradizioni che sono quasi sempre trasmesse in “lignaggi” da maestro ad allievo, da esperto ad apprendista, in un rapporto diretto tra esseri umani, che è il solo che può trasmettere la sofisticazione e la sottigliezza di certe conoscenze.
In tale accezione, oggetto di valorizzazione e tutela può anche essere un sapere collettivo da ascrivere alla categoria dei “Beni Comuni”, intendendo per essi quelli che la Commissione Rodotà ha definito “le cose che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona”. Può trattarsi quindi di beni, materiali o immateriali, a titolarità diffusa, che appartengono a tutti e a nessuno, nel senso che tutti devono poter accedere ad essi e nessuno può vantare pretese esclusive.
Nel caso specifico di questo nuovo bando FTI intende legare i luoghi e la “maestria dell’artefice“, tenendo conto delle tradizioni nazionali, che sono imprescindibile patrimonio culturale, unito alla contemporaneità e al futuro di queste attività artigianali.
Tali attività, rese contemporanee nei luoghi rinnovati e con le tecnologie a supporto, diventano competenze uniche, lavoro, cultura, arte per il futuro, come il resto del mondo da sempre ci riconosce attraverso l’intuizione creativa, la maestria dell’artefice, l’attenzione al sociale e il paesaggio unico, caratteristiche queste che da sempre in tutto il mondo ci vengono riconosciute.
Fondazione Telecom Italia con questo bando intende rinnovare il proprio impegno, sostenendo quelle progettualità che adottino modelli imprenditoriali orientati al recupero dei “luoghi invisibili”, della tradizione e della conservazione della “maestria” artigianale (popolare e colta, artistica e tecnica) tutta italiana.
Possono presentare proposte di progetto un solo soggetto o reti composte da un numero massimo di tre partner. Il soggetto proponente e gli eventuali partner devono appartenere alle seguenti categorie:
Fondazioni ed Associazioni riconosciute;
Onlus iscritte all’anagrafe unica di cui al d.lgs. 460/97;
Organizzazioni di volontariato iscritte ai registri di cui alla L. 266/91;
Associazioni di Promozione Sociale iscritte ai registri di cui alla L. 383/2000;
Cooperative Sociali;
Imprese Sociali iscritte al registro imprese, sezione imprese sociali;
Enti pubblici;
Università (Statali e non statali riconosciute per rilasciare titoli aventi valore legale);
Enti religiosi appartenenti a confessioni con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese; consorzi ed Associazioni Temporanee di Scopo costituite fra soggetti di cui ai punti precedenti
Il bando scade il 15 luglio 2013.

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