sepe_monaldiNAPOLI – La terapia intensiva neonatale dell’ospedale Monaldi potrà contare su altri due apparecchi per la elettroencefalografia ad ampiezza integrata, donati dalla Chiesa con metà dei fondi raccolti nel corso dell’annuale asta di beneficenza gestita dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. I macchinari, che sono stati collegati a due dei posti letto della terapia intensiva, servono a monitorare l’attività cerebrale del neonato; un apparecchiatura sofisticatissima che, affiancata a quelle che normalmente si occupano di controllare i parametri vitali dei piccoli pazienti nati prima delle 32 settimane, rileva l’attività cerebrale e segnala eventuali anomalie, in modo da mettere in condizione il personale sanitario di intervenire ed evitare future complicazioni al bambino.

SEPE- Le due apparecchiature sono costate in totale 54mila euro, circa il 50% dei 105mila euro raccolti nel corso dell’asta di beneficenza (il restante verrà utilizzato per la ‘banca del latte materno’ del Fatebenefratelli).
«Normalmente, – ha spiegato Sepe, – si controllano il cuore e gli altri parametri, ma non sempre c’è la preoccupazione di sapere come sta il cervello di questi bambini. In questi primi tre giorni, con questi macchinari che abbiamo comprato, si riesce ad individuare una eventuale difficoltà e quindi a prevenire gli sviluppi che potrebbero causare poi danni irreversibili una volta che sono cresciuti».
Attualmente il reparto, diretto da Paolo Galimberti, può contare su tre apparecchiature per la elettroencefalografia ad ampiezza integrata, anche se si prevede di acquistarne altri per monitorare tutti i circa 250 piccoli pazienti che ogni anno vengono ospitati nei 12 posti letto. Sull’importanza di avere a disposizione tali macchinari si è soffermato anche il direttore generale dell’Azienda dei Colli, Antonio Giordano, che, strizzando l’occhio al senatore Raffaele Calabrò (già consigliere per la Sanità del presidente regionale Caldoro) ed allo stesso cardinale Sepe, ha detto, a metà tra l’appello e la battuta scherzosa: «adesso aspettiamo che arrivino anche gli altri apparecchi».

di Nico Falco

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