MILANO- Erano amici fin dall’infanzia. Li hanno trovati stesi su due letti, senza vita, ciascuno con un sacchetto intorno al collo collegato a una bombola contenente gas elio. Tutto fa pensare che abbiano deciso di farla finita insieme. Entrambi nati nel 1980, uno disoccupato, l’altro ingegnere alla General Electric, a Londra, avevano avuto sfortuna con gli affetti familiari: divenuti padri, ciascuno di un maschietto, si erano poi separati dalle rispettive compagne, che erano andate a vivere fuori Milano, con i bambini. I corpi sono stati trovati in un appartamento di piazza Tommaseo, zona Conciliazione, nel palazzo di proprietà della madre del giovane ingegnere.
LA SCOPERTA – Ad allertare le forze di polizia è stata appunto la donna, preoccupata perché non sentiva il figlio da giorni. Aveva cercato di entrare con le sue chiavi, ma aveva trovato la porta di casa chiusa, con le chiavi all’interno. I vigili del Fuoco hanno forzato la porta e la polizia ha trovato i due cadaveri.
I BAMBINI – Il 33enne ingegnere, Guido S., risultava intestatario dell’appartamento (tutto lo stabile appartiene alla madre): aveva un figlio di 5 anni, non era sposato, la sua ex compagna risiede a Monza. L’amico Fabio B., disoccupato, anche lui 33enne, aveva un figlio di 2 anni ed era separato; la moglie risiede a Cornaredo. Sarebbe stato lui a scrivere due lettere, trovate nell’appartamento. Poche righe. Una per il bambino: «Perdonami, figlio mio». L’altra è rivolta ai genitori, si parla di «poco affetto».
GLI AMICI – «Era un uomo tutto d’un pezzo, anche se indagherete non capirete mai perché è successo, così come non lo capiamo noi»: gli amici di Guido S. non riescono a trovare ragioni per la tragedia. C’entra il lavoro? C’entra la crisi? «Per noi, proprio no, basta guardare il palazzo in cui abitava». Si tratta di un palazzo signorile accanto a eleganti giardini. Guido S. da qualche tempo ospitava in casa sua l’amico d’infanzia, Fabio B., dopo che questi si era prima separato dalla moglie e poi aveva perso il lavoro. Nel caso di quest’ultimo, la disoccupazione forse è stata il colpo di grazia al suo stato d’animo, già molto provato dalle vicissitudini personali.
MAJORINO – «Qualunque sia la motivazione che abbia spinto i due giovani al gesto estremo di togliersi la vita, aspetto su cui le Forze dell’Ordine stanno ancora indagando, quanto accaduto questo pomeriggio è per la nostra città un fatto tristissimo», ha commentato l’assessore alle Politiche sociali Piefrancesco Majorino. «Entrambi lasciano dei figli piccoli e famiglie, cui va il nostro primo pensiero e la nostra vicinanza. Non vi è dubbio che la crisi negli ultimi mesi ha segnato drammaticamente la vita di molte persone, troppe in tutta Italia, Milano compresa. Da parte nostra rinnoviamo l’impegno a moltiplicare gli sforzi affinché nessuno si senta solo di fronte alle difficoltà, ben consapevoli che siamo di fronte a un periodo lungo nel quale sarà indispensabile il sostegno da parte di tutti», conclude Majorino.

di Redazione Milano online (corriere.it)

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