welfareNAPOLI – Un incontro per fare il punto della situazione sulla crisi del welfare e le risposte possibili, fornite dall’ economia sociale: “Attori privati e terzo settore: le risposte alla crisi del welfare” è il titolo dell’incontro che si è tenuto questa mattina presso la Sala delle Assemblee del Banco di Napoli in via Toledo e  organizzato dal Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi, Fondazione con il Sud e il Centro Studi e Ricerche sul Mezzogiorno. Il convegno, moderato da Carmine Festa, Corriere del Mezzogiorno, dopo i saluti istituzionali di Maurizio Barracco, presidente del Banco di Napoli, Massimo Deandreis, direttore dell’Srm  e Giuseppina De Santis, direttrice del Centro di Ricerca Einaudi, ha posto l’attenzione sui progetti dei professionisti del settore, non mancando di analizzare aspetti tecnici, dati e numeri del volontariato.
L’ECONOMIA SOCIALE E I “QUADERNI”– Salvio Capasso, studioso di Srm, ha provveduto a presentare al pubblico i Quaderni di economia sociale, ossia gli aggiornamenti semestrali degli studi effettuati il collaborazione con Banca Prossima e riguardanti il terzo settore, un’”economia” a servizio del territorio, passando dal ruolo, funzioni e strumenti della finanza, delle politiche di investimento e di inserimento sociale che possono essere adottate, passando per il ruolo dei giovani e le opportunità di formazione per fare impresa giungendo infine alle fondazioni e alle organizzazioni che operano indipendentemente dallo stato. Franca Maino, membro del Centro Einaudi, ha poi esposto i diversi progetti in ambito di “Secondo welfare” offerto dalle fondazioni bancarie e dai fondi di comunità, definendo questo nuovo modo di fornire assistenza, come “Un mix di interventi innovativi di protezione e di investimento sociale che non prevedano la partecipazione di enti pubblici”. La parola è poi passata ad Antonio Loffredo, del Progetto Catacombe Napoli, Andrea Morniroli, della cooperativa Dedalus e Giuseppe De Stefano, presidente di Csv Napoli, il quale ha sottolineato “l’importanza della formazione per sottrarre i giovani senza prospettive alla devianza e per fare impresa, come i ragazzi del centro storico che sono stati avviati al mestiere di orafo” e ha poi riconosciuto il ruolo fondamentale delle fondazioni bancarie le quali “anche se con un profondo sforzo, continuano sempre ad offrire gli strumenti per fare il possibile nell’ambito del volontariato, laddove la sfera pubblica non riesce ad arrivare”.

di Claudia Di Perna

 

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