ConcordiaGROSSETO. Stando alle notizie raccolte da Greenpeace, Marevivo e Wwf, il Governo si appresta a emanare un provvedimento legislativo a favore del Porto di Piombino per autorizzare e finanziare i necessari interventi di adeguamento al fine di portare lì il gigantesco relitto della Costa Concordia. «Dopo tutti gli sforzi e le attenzioni prestate per fare in modo che la soluzione del naufragio della Costa Crociera diventasse anche a livello internazionale un esempio di efficienza e di tecnologia, l’epilogo della vicenda rischia di trasformarsi in un “pasticcio all’italiana” condizionato da scelte e forzature politiche e non da considerazioni tecniche – fanno sapere il WWF, Marevivo e Greenpeace – è vero che da molti anni è in discussione il progetto di adeguamento del Porto di Piombino ed è vero che già esiste un progetto di aumento dei fondali sino a 15 metri, ma altrettanto vero che i fondali limitrofi al porto hanno una quota più alta e che già è stato bocciato un progetto per la realizzazione di un canale di accesso che avrebbe comportato un importante escavo di sedimenti che ai sensi di legge costituiscono rifiuto speciale o pericoloso per l’alta presenza di metalli pesanti e sostanze chimiche». Infatti, risolto il problema dell’accesso della nave a Piombino «non si capisce chi e come poi proceda allo smaltimento materiale della stessa non essendo Piombino dotata di una piattaforma tecnica e tecnologica a tal fine adeguata”. Le Associazioni ambientaliste, infine, dallo scorso settembre attendono di essere coinvolte – come promesso dall’Osservatorio per la rimozione della nave Concordia – nel processo consultivo di cui  lamentano la scarsa trasparenza. Una consultazione che tra l’altro, grazie a un “tavolo tecnico” che si doveva riunione entro il novembre 2011 e che non si è mai aperto, avrebbe dovuto riguardare il complesso delle attività umane che minacciano, direttamente e indirettamente, il Santuario dei Cetacei.

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