social_intervista_versacePARMA – «La mia vita è divisa a metà, c’è un prima e un dopo. Il confine è un guardrail che si strappa le mie gambette dal ginocchio in giù il 22 agosto del 2005. Avevo ventotto anni, una chioma di capelli corvini, un’abbronzatura da paura, una carriera lanciatissima, una grande famiglia, un manipolo di amici super affezionati e un fidanzato da almeno una decina d’anni. Sapevo chi ero ed ero abituata a contare soprattutto sulle mie forze: questo mi faceva sentire al sicuro, imbattibile. In un secondo è sparito tutto!» Si presenta così Giusy Versace nella sua prima autobiografia “Con la testa e con il cuore si va ovunque”, libro edito da Mondadori e in libreria da domani, martedì 26 febbraio. Un racconto suddiviso in ventidue capitoli che ripercorrono le tappe fondamentali della sua nuova vita. Dal terribile incidente, al risveglio nell’ospedale di Cosenza, la gioia e il dolore provati a camminare su nuove gambe e l’inizio di una nuova vita e di una nuova passione: l’atletica leggera.

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