ROMA. Si è chiusa la stagione venatoria e l’Ente Protezione Animali giudica «gravissimo il silenzio, o quasi, del Ministero dell’Ambiente che ha il compito istituzionale di proteggere la fauna selvatica e quindi di rispettare la legalità. A nulla sono valse le numerose richieste da parte della Protezione Animali e delle associazioni animaliste ed ambientaliste di impedire l’apertura della stagione venatoria e, quindi, di evitare un gravissimo danno per la fauna selvatica già stremata». Secondo l’analisi tracciata dall’Enpa è andata diminuendo la caccia in deroga ma non i calendari regionali. E, mentre il sempre più esiguo popolo di cacciatori sta appendendo i fucili, rendendo campagne e boschi più sicuri, il bilancio appare piuttosto critico: è stato un anno molto difficile per la biodiversità, «la grande siccità e i numerosi incendi hanno cancellato habitat e causato la morte di milioni di animali selvatici, proprio nel loro periodo riproduttivo, impedendo così il naturale ricambio generazionale. Ciononostante, alcune regioni per la paura di perdere consensi hanno ignorato le richieste del mondo scientifico, animalista ed ambientalista di posticipare l’apertura della caccia: non sono state cancellate neanche le pre-aperture dei primi giorni di settembre». In questo drammatico scenario, l’Enpa ritiene «altro silenzio inaccettabile quello del Ministro Cancellieri, a cui l’Enpa si è rivolta senza ottenere risposta alcuna per chiedere misure urgenti per la tutela della pubblica incolumità: troppi i morti e i feriti per incidenti riconducibili al mondo venatorio, tra cui molti bambini. Altrettanto inaccettabile è il comportamento delle regioni, le quali continuano a perseguire la strada dell’illegalità – anche se hanno dovuto in gran parte rinunciare alla caccia in deroga alle specie protette, a fronte dei richiami dell’Europa, degli esposti alla Corte dei Conti, delle bocciature dei TAR e della Corte Costituzionale – approvando calendari venatori palesemente illegittimi che non tengono conto dei parametri scientifici dell’Ispra (che sono da considerare una stringente indicazione)». Recentemente, infatti, l’Europa ha invitato l’Italia a cancellare dall’elenco degli animali cacciabili ben 19 specie in via di estinzione e quindi da proteggere.
Il sito dell’Enpa

di Mirella D’Ambrosio

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