ROMA.  Con il protrarsi dei combattimenti, la situazione umanitaria in Mali si aggrava di giorno in giorno. Sono già oltre 400.000 le persone in fuga all’interno del paese e nei Paesi limitrofi e si teme che possano divenire più di un milione. «Si apre un nuovo periodo di sofferenza per il popolo maliano, già messo a dura prova. Dalla comunità internazionale e dalla rete Caritas, ci auguriamo un sostegno generoso per aiutarci a dare assistenza al numero crescente di sfollati e rifugiati, curare i feriti civili e militari». È l’appello dell’arcivescovo di Bamako, S.E. Monsignor Jean Zerbo, che auspica l’apertura di un corridoio umanitario e aggiunge: «Il bisogno di cibo, acqua potabile, kit igienici, medicinali anti-malarici e beni di prima necessità andrà crescendo nelle prossime settimane». La Caritas Italiana rilancia l’appello del Santo Padre che domenica scorsa all’Angelus ha detto «Cessino le  stragi di civili inermi, abbia fine ogni violenza, e si trovi il coraggio del dialogo e del negoziato», e intensifica il sostegno del Mali e a tutte le Caritas dell’area del Sahel.
COSA PREVEDE –   Il piano di intervento Caritas prevede al momento di distribuire a oltre 45.000 persone: 1900 tonnellate di beni alimentari per 3 mesi, 350 tende, 30.000 teli, 15.000 coperte e 1.000 kit igienico sanitari,  un sostegno psicologico volto a favorire la coesione e la pace tra la popolazione sconvolta e divisa dal conflitto. Con il protrarsi dei combattimenti – prosegue la nota – la situazione umanitaria si  aggrava di giorno in giorno. Da gennaio 2013 sono ormai oltre 9.000 i  nuovi profughi, in aggiunta ai 400.000 già presenti tra sfollati  interni e rifugiati nei paesi limitrofi. Le ultime stime parlano di possibili ulteriori 300.000 sfollati interni e di altri 400.000 nuovi  rifugiati. I bisogni di acqua, cibo, materiale per l’igiene, tende e coperte, medicinali, sono enormi, mentre permangono difficoltà di accesso in molte delle zone a causa del deteriorarsi delle condizioni  di sicurezza in tutto il paese. L’Osservatorio delle situazioni di  sfollamento interno (Idmc) ha lanciato l’allarme per «gli spostamenti di migliaia di maliani in fuga continua dalle zone di combattimento,  in pieno deserto e in zone ostili, prive di strutture sanitarie e con  un accesso sempre più limitato a cibo e acqua». Situazione aggravata dalla chiusura del confine algerino a nord e dai controlli sempre più serrati sul lato mauritano. «E’ urgente dunque – sottolinea la Caritas – l’apertura di corridoi umanitari per consentire la fornitura di aiuti essenziali alla popolazione civile che ancora una volta è la principale vittima del conflitto». Tra le crescenti difficoltà, continua l’intervento di Caritas Mali per l’assistenza agli sfollati, limitatamente alle zone dove vi è un minimo di sicurezza. La sede Caritas a Mopti è rimasta chiusa nei giorni scorsi a causa degli intensi combattimenti. Si sono attivate anche le Caritas del Burkina Faso, del Niger e della Mauritania stanno accogliendo molti rifugiati. (S.M.)
PER SAPERNE DI PIU’
L’appello della Caritas italiana 

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