RIETI. Assistenza medica ed infermieristica preclusa, nelle ore notturne, per gli oltre 300 detenuti e per le decine di agenti di Polizia penitenziaria del carcere di Rieti, quello che e’ stato definito il fiore all’occhiello del sistema penitenziario regionale. Lo ha denunciato, in una conferenza stampa, il garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni. La mancanza dell’assistenza notturna e’ da addebitarsi alle carenze di personale e di risorse finanziarie. Infatti, dopo il passaggio della sanita’ penitenziaria dal ministero di Giustizia al Servizio sanitario nazionale e, da questo, alle Asl, a Rieti e’ stato trasferito personale sufficiente alla copertura di un bacino di detenuti di 150 unita’, ma inadatto ai livelli di presenze attuali. Attualmente nel carcere c’e’ un medico incaricato dalle 8 alle 11, poi c’e’ un medico sostituto ex Siais che tutti i giorni, tranne il mercoledi’, svolge la sua attivita’ dalle 11 alle 14 ed il sabato e la domenica dalle 8 alle 14. Si registra un turno di guardia medica dalle 14 alle 20. Il personale infermieristico e’ presente dalle 7 alle 21.
LE RICHIESTE. La Asl ha richiesto, con diverse note alla Regione, la concessione di deroghe per l’assunzione di figure professionali necessarie a garantire l’assistenza ai detenuti. Alla Regione e’ stato anche segnalato che, per non incorrere in problemi di responsabilita’ penale, sarebbe necessario assumere – anche a tempo determinato di almeno 1 anno – 6 dirigenti medici, uno psicologo, 7 infermieri, 2 tecnici di radiologia e un assistente sociale. Su questo punto, pero’, la Asl e’ frenata dal Piano di rientro del debito sanitario imposto alla Regione Lazio.
L’ESPOSTO. In questi mesi, in attesa di risposte, diversi operatori hanno fornito, a titolo volontario, un aiuto per affrontare la situazione. A quanto risulta al garante, il direttore amministrativo eil direttore sanitario della Asl, in assenza di risposte certe, hanno segnalato con un esposto la situazione alla Procura della Repubblica. La mancanza dell’assistenza sanitaria h24 a Rieti e’, secondo il garante, “la criticita’ fondamentale di questo istituto, che non si riscontra in nessuna altra struttura della nostra regione”. Per questi motivi, nei mesi scorsi il garante aveva scritto al ministro della Giustizia, Paola Severino (dopo la visita che il responsabile del dicastero aveva compiuto proprio nel carcere di Rieti), al presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, al direttore generale della Asl reatina, Rodolfo Gianni, e al provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Maria Claudia Di Paolo, sollecitando invano una soluzione al problema.

di Mirko Dioneo

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