ROMA. «Non soltanto e’ opportuno e doveroso, ma e’ necessario che in Italia si parli di immigrazione ed emigrazione». Lo ha detto il ministro agli Esteri Giulio Terzi durante le celebrazioni per il sessantacinquesimo anniversario della fondazione dell’Anfe, Associazione nazionale famiglie degli emigrati, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio che si e’ svolta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
PANE E PREGIUDIZIO. All’iniziativa, dal titolo “Pane e pregiudizio-Storie di migrazioni-65 anni dell’Anfe dalla sua fondazione”, hanno partecipato anche il presidente della Camera Gianfranco Fini e il presidente del Comitato d’onore del 65° Anfe, Emma Bonino. «E’ evidente – osserva Terzi – che la spinta demografica presente nell’Africa Sub-sahariana, la crescita globale della popolazione, i fenomeni di conflitti locali che si sviluppano in molte parti del mondo rendono agli occhi di tutti l’evidenza che noi saremo sempre di piu’ non solo esposti ma che saremo anche di fronte a delle opportunità concrete di entrare in contatto fisico e umano con questi mondi. Ma sono anche convinto che il valore non sia solo nelle strategie, nei trattati, nel livello politico con cui siamo impegnati a portare i temi dell’immigrazione sempre piu’ sui tavoli degli organismi di Bruxelles in una definizione di politiche sul diritto di asilo, di assistenza sui partenariati di mobilita’. C’e’ poi il problema di come noi ci confrontiamo con questi immigrati che si rivolgono a noi, che credono nella nostra società’ aperta, nella nostra cultura, nell’immagine di un’Italia amica. Ed e’ qui- conclude il ministro- che entra il discorso della riforma della legge sull’immigrazione, un discorso che sicuramente avrà’ una sua rilevanza fondamentale nella prossima legislatura».

di Francesco Gravetti

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