ROMA – E’ già salito a tre il conto dei suicidi nelle carceri italiane nel mese di agosto. Arrivano, così, a 37 i detenuti che si sono tolti la vita da inizio anno e a 97 il totale dei morti in carcere, oltre a 7 agenti di polizia penitenziaria che si sono uccisi mentre erano fuori servizio. Sono i dati aggiornati dell’Osservatorio permanente sulle morti in carcere.
E’ Teramo il carcere dove 4 da inizio anno, 12 negli ultimi 7 anni, sono stati i suicidi.  Valentino Di Nunzio, 29 anni, è il quarto dall’inizio dell’anno. Ricoverato in un reparto ospedaliero di terapia intensiva. E’ morto  a seguito dei gravi traumi riportati nella Casa di Reclusione di Teramo, dove il 14 febbraio scorso aveva messo in atto un tentativo di suicidio in cella, buttandosi “di testa” dal secondo piano della branda a castello. Nella caduta aveva riportato gravissime lesioni midollari ed era paralizzato dal collo in giù, tanto per respirare aveva bisogno di essere sempre collegato ad un “ventilatore meccanico”. Nonostante la palese invalidità, Di Nunzio è rimasto in stato di detenzione fino all’ultimo istante di vita, sottoposto a custodia cautelare disposta dal Gip di Teramo e piantonato dalla Polizia. Ad Alba, il 1 agosto, un  detenuto della Casa Circondariale si suicida usando una rudimentale corda ottenuta annodando le lenzuola della sua cella. L’uomo, B.S., 50enne di origine albanese, avrebbe terminato di scontare la pena nel 2015.  A Roma, Emanuele Grisanti, 29 anni, si impicca ad un albero nel cortile dell’ospedale Sant’Eugenio, dove era ricoverato per farsi operare di calcoli. Doveva scontare ancora 4 anni di carcere, ma piuttosto di tornare in carcere ha preferito la morte. Padre di un bambino di 4 anni. Prima di togliersi la vita ha parlato con la madre e con la moglie al telefono, ha salutato gli infermieri dicendo “mi fumo una sigaretta, poi me ne vado a dormire”. Alle 22,20 il personale dell’ospedale ha trovato il corpo che pendeva dal ramo di un albero.

di Davide Domella

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