ROMA. Isee, social card e non autosufficienza, queste le tematiche dell’intervista a Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al Welfare con Emanuele Ranci Ortigosa, direttore di Prospettive Sociali e Sanitarie. L’intervista sarà pubblicata sulla rivista dell’Istituto per la ricerca sociale nel numero di agosto. Molte le novità previste, a cominciare dall’indicatore della situazione economica equivalente. «Sull’Isee abbiamo lavorato e siamo prossimi a presentare una riforma che rivede completamente l’istituto – commenta Guerra – in ordine a due profili fondamentali: la costruzione stessa dell’indicatore e le modalità di controllo. L’Isee – continua il sottosegretario – non è lo strumento che rilancia le politiche assistenziali e sociali nel nostro Paese, però in un contesto in cui le politiche principali dovranno continuare ad essere selettive, è fattore cruciale di equità che la selettività sia fatta con strumenti credibili».

“STOP ALLE CONTESTAZIONI”- Tutte le contestazione relative al tema Isee, per il sottosegretario Guerra, sono acqua passata, perché scaturite “da paure che discendono dai contenuti della delega su fisco e assistenza del precedente governo, accantonata dal nostro”. «Contestazioni ritirate – spiega Guerra – poiché il governo si è impegnato, con un apposito comunicato, a non utilizzare l’Isee per tagliare la spesa sociale e anche a non assoggettare a Isee l’indennità di accompagnamento. Posso confermare – aggiunge Guerra – che i campi di applicazione dell’Isee, per quanto riguarda le prestazioni assistenziali nazionali, con il decreto non verranno ampliate, e che quindi, non ci sarà un’applicazione dell’Isee all’indennità di accompagnamento, anche se la riforma in quest’ultimo tema resta necessaria. Un Isee – continua il sottosegretario – che possa essere considerato esso stesso un “livello essenziale” delle prestazioni. Se arrivassimo a definire dei livelli essenziali delle prestazioni in campo sociale, non potremmo ignorare il fatto che il livello essenziale è tale se definisce anche il grado massimo di compartecipazione che può essere richiesto al beneficiario».

LE NOVITA’ – Anche sulla Social card sono previste delle novità. «La nuova carta, con una sperimentazione in dodici città con più di 250 mila abitanti, cercherà di diventare uno strumento di contrasto più efficace. I criteri di assegnazione della social card sperimentale – spiega Guerra – cambieranno. Verranno individuati, d’accordo con le città prescelte, dei target specifici di deprivazione economica e sociale e la social card avrà anche un valore unitario più alto di quella attuale. Ma non solo, affianco alla Social card, ci saranno altri servizi messi in campo dai comuni».

UNO STRUMENTO CHE PUNTA IN ALTO – «Abbiamo voluto ridisegnare la Socialcard – spiega il sottosegretario – per farne, in primis, uno strumento sperimentale, poi per tenere alta l’idea che deve essere disegnato e introdotto nel nostro ordinamento, prima o poi, uno strumento di contrasto alla povertà assoluta di tipo universale». L’attuale Social card, però, non è ancora in pensione. I fondi sono sufficienti fino al 2013, ma il governo non s’ impegna a rifinanziare il progetto. Per quanto riguarda il tema della non autosufficienza, infine «uno degli elementi fondamentali per una qualsiasi riforma – spiega Guerra – è l’integrazione sociosanitaria, che parte da una valutazione del caso effettuata secondo criteri sia sociali che sanitari, e non sia quindi una valutazione della non autosufficienza appoggiata solo su quelli sanitari». Nonostante siano “scarsissime” le risorse a disposizione, il sottosegretario assicura: «Nel campo delle politiche sociali, non si può aspettare che ci siano tutte le condizioni per cominciare a lavorare».

di Sabrina Rufolo

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