VENEZIA. Dalle statistiche effettuate dalla Cgia (Associazione artigiani piccole imprese) i precari in Italia sono oltre 3 milioni e lo stipendio medio è di 836 euro netti  al mese ( 927 euro mensili per i maschi e 759 euro per le donne ). Solo il 15%  di loro è laureato e la maggior parte lavora nella Pubblica amministrazione del mezzoggiorno ( 35,18% del totale ). Infatti, nella scuola e nella sanità hanno trovato impiego 514.814 unità, nei servizi pubblici e in quelli sociali 477.299. La Cgia di Mestre, dopo aver svolto uno studio sui lavoratori atipici, sottolinea che per quanto riguarda il titolo di studio, quasi uno su due, ovvero il 46%, ha un diploma di scuola media superiore, il 39% ha la licenza media e il restante 15% è in possesso di una laurea. Giuseppe Bortolussi – segretario della Cgia di Mestre – evidenzia come «questi dati smentiscano un luogo comune che identifica il precario in un giovane con un elevato titolo di studio. Infatti su un totale di oltre 3milioni di lavoratori senza contratto di lavoro stabile, quasi 1milione 289mila, pari al 38,9% del totale, non ha proseguito gli studi dopo la scuola dell’obbligo.Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico)  emerge che il 49,9% dei giovani Italiani tra i 15 e i 24 anni occupati hanno contratti temporanei, in aumento dal 46,7% rispetto al  2010 al 44,4% del 2009 e al 26,2% del 2000. Questo spiega anche il perché i giovani in Italia sono anche i primi a perdere il lavoro in caso di crisi. L’Ocse sottolinea come  “l’Italia sia stata colpita duramente dalla crisi ed è probabile che la crisi continui ad aumentare”.

di Paola Grasso

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