CASERTA – Incendio nella notte, brucia a Pignataro Maggiore uno dei terreni di Libera contro le mafie, sottratti ai clan e adibiti a coltivazione di uso sociale. Ad andare in fumo oltre metà del raccolto di grano, come conferma la rete di Libera nel Casertano che denuncia la natura dolosa del rogo. Il terreno confiscato, che si trova in località Cento Moggi, è gestito dalla cooperativa sociale Le Terre di don Peppe Diana, prima coop di Libera Terra in Campania. Con il grano coltivato a Pignataro vengono prodotti i “paccheri” anticamorra, il formato di pasta firmato dall’associazione e in vendita in tutte le botteghe dei sapori della rete antimafia. Domani, martedì, la parte di raccolto che ha resistito all’incendio, sarà sottoposta a mietitura per evitare nuovi incidenti e salvaguardare la produzione di pasta.
L’IMPEGNO – Valerio Taglione, del direttivo provinciale di Libera Terra e Le Terre di don Diana, si dice convinto della necessità di andare avanti nel lavoro negli ormai ex campi dei boss senza demordere: “Staremo accanto ai soci cooperatori e continueremo a lavorare per liberare questo territorio dai soprusi e dagli interessi criminali. Non è possibile che qualcuno pensi ancora di intimidirci e non è pensabile che ce ne staremo zitti e buoni lasciando che anni di impegno e di lotta per il riscatto sociale di questa provincia vengano gettati al vento”. Taglione si richiama agli esempi positivi delle terre saccheggiate in passato dalla criminalità: “La cooperativa ed i soci non sono mai stati soli e mai lo saranno – sottolinea -, perché come loro e con loro abbiamo la responsabilità etica e morale della memoria e dell’impegno, nell’ottica di una produzione sociale capace di essere alternativa ed antidoto dell’economia criminale”.
LA SOLIDARIETA’ – E nei prossimi giorni potrebbero essere indette manifestazioni in sostegno di Libera, che incassa intanto la solidarietà del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala dop. L’associazione, che si è appena dotata di certificazione antimafia, con il presidente Domenico Raimondo condanna il gesto doloso di questa notte: «L’incendio ai danni del terreno confiscato a Pignataro Maggiore su cui Libera coltiva il grano destinato a produrre la pasta della legalità è un atto vile, che deve chiamare a raccolta tutte le forze sane del territorio. A Libera e alla cooperativa Le Terre di Don Diana va la vicinanza e il sostegno del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop».
LO SDEGNO DI DON CIOTTI – «Nei giorni scorsi – commenta don Luigi Ciotti, presidente di Libera – il tentativo di incendio su quattro ettari di aranci a Lentini in Sicilia, cinque ettari di legumi distrutti a Isola Capo Rizzuto, stanotte bruciati dodici ettari di grano a Pignataro Maggiore pronti per la mietitura per realizzare i “paccheri Don Peppe Diana”. Continua l’aggressione ai beni confiscati, una rappresaglia continua e reiterata con il chiaro intento di colpire chi lavora per ristabilire legalità e sta realizzando un’ economia giusta e sana nel nostro paese. Le mozzarelle, il vino, la pasta, il succo d’arancia, le passate, i tarallini fanno paura sono prodotti che coniugano il gusto della qualità con la corresponsabilità. Non possiamo più pensare a delle coincidenze, esprimiamo gratitudine verso il corpo forestale, il ministro dell’ Interno, le forze dell’ordine per il loro contributo per garantire la sicurezza di quelle realtà».
IL SINDACO – «La rigidità e la trasparenza con cui Libera tramite la coop sociale Terre di Don Peppe Diana ha gestito, seppur in via transitoria, questo terreno confiscato ha dato fastidio agli uomini del clan per cui vedere un proprio bene valorizzato dallo Stato è una sconfitta», ha commentato il sindaco di Pignataro Maggiore Raimondo Cuccaro. Martedì mattina tra l’altro, è partita anche la mietitura della parte residua, poco meno di dieci ettari sugli oltre 20 coltivati a grano, mentre su un’altra decina di ettari si produce la cicerchia.

di Sandro Di Domenico

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