di Dina Galano
ROMA. Tutto preso a recuperare la perduta autorità internazionale in campo economico e finanziario, il governo Monti si è dimenticato dei diritti umani. A due anni dall’esame dell’Italia da parte del  Consiglio delle Nazioni Unite che periodicamente giudica il rispetto dei diritti in tutti gli Stati, ci si attendeva il rapporto di medio termine sullo stato di attuazione delle 92 raccomandazioni inoltrate nel 2010. Invece, è stata la società civile a rompere il silenzio istituzionale.
LE LACUNE. Il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, che riunisce 86 Ong e associazioni, ha presentato oggi un dossier di monitoraggio non ufficiale denunciando l’inerzia degli apparati da un lato e, dall’altro, ponendovi un proprio rimedio. Carola Carazzone, portavoce del Comitato e presidente del Vis (Volontariato internazionale per lo Sviluppo) sottolinea che «le raccomandazioni non hanno fatto notizia. In due anni il governo non le ha nemmeno tradotte. Cile, Ecuador, Olanda e tantissimi altri Paesi hanno ritenuto che la revisione periodica del Consiglio Onu per i diritti umani fosse uno strumento importante e hanno prodotto un midterm report».  Dal lavoro non governativo emergono tutte le lacune del sistema italiano. A venticinque anni  dall’entrata in vigore della Convenzione contro la tortura, la tortura non è punita come reato. A quasi venti dalla relativa risoluzione Onu, manca quell’organismo indipendente che è l’Istituzione nazionale per i diritti umani. Stesso vuoto legislativo per la protezione dall’omofobia quando leggi di tutela delle persone LGBT sono presenti in ventitré Paesi europei. Vecchia di vent’anni anche la normativa sulla cittadinanza, nonostante il richiamo dell’Onu a garantire percorsi agevolati di acquisizione per i minori stranieri nati in Italia e per quelli arrivati in tenera età. Quanto all’impegno alla cooperazione internazionale, sulla  base di recenti simulazioni la Commissione europea ha stimato che nel 2012 l’aiuto dell’Italia sarà pari allo 0,12 per cento del PIL – rispetto allo 0,19 per cento del 2011 – con una contrazione di circa 1,2 miliardi di euro.
I COMMENTI. «Sarebbe opportuno prendere in parola i Paesi alleati», chiosa Tana De Zelueta di Articolo21 dopo aver elencato i richiami Onu a concentrazione dei media, assenza di indipendenza nella Rai e conflitto di interessi. «L’Italia è l’unico Paese Ue a non avere l’Istituzione indipendente per i diritti umani mentre il testo che dovrebbe introdurla avanza in Parlamento perdendo pezzi a ogni passo della lettura». Un’altra anomalia italiana è il tasso di affollamento nelle carceri, il più alto d’Europa con oltre 145 detenuti ogni 100 posti letto. «I reclusi erano 66.500 nel 2010 e sono 66.500 due anni dopo», marca Patrizio Gonnella di Antigone: «il tasso di sovraffollamento però è cresciuto perché mancano i fondi perfino per la manutenzione ordinaria. Così si chiudono sezioni e si ricavano posti dai pochi spazi a disposizione».  Per richiedenti asilo e migranti due anni non sono bastati a incoraggiare un’inversione delle politiche di sicurezza. «Cambiano i governi – registra il presidente della FNSI, Roberto Natale  – ma non le sensibilità su un tema così vitale come i diritti umani».

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