1045913 INCENDIO AL CAMPO NOMADI DI VIA BONFADININAPOLI. Sorge  a Capodichino, a pochi passi dall’aereoporto internazionale all’ interno della chiesa dell’Immacolata Concezione, il piccolo ambulatorio medico gratuito per immigrati, in particolare rom. Al suo interno un gruppo di 15 medici volontari pronti ad offrire consulenze ai propri pazienti coordinati da Salvatore Esposito. Il progetto è nato nel gennaio 2008 su iniziativa della Comunità di Sant’Egidio. Inizialmente l’ ambulatorio era “itinerante”  per venire incontro alle esigenze dei rom che si spostavano dalla periferia orientale della città in seguito all’incendio dei campi di Ponticelli. Nel 2009, invece, con la collaborazione dell’associazione Don Kisciotte, un gruppo di medici volontari, la struttura si è stabilizzata.   
 UN PUNTO DI RIFERIMENTO. «Si rivolgono a noi – commenta il referente della Comunità di Sant’Egidio – soprattutto i rom di Barra, Ponticelli, via del Riposo, viale Maddalena. Ma anche persone che vivono per strada, senza dimora, e, in alcuni casi, famiglie napoletane». La struttura  vanta di oltre 1000 visite all’anno e rappresenta un punto di riferimento per la popolazione rom della città ma anche un osservatorio sulle patologie più frequenti. «Riscontriamo soprattutto infezioni e malattie riconducibili al tipo di vita che conducono – racconta Salvatore Esposito – ad esempio legate allo stomaco, per i cibi e le bevande scelti abitualmente dai rom, o alla pelle, per le condizioni igieniche in cui si trovano a vivere Una cosa che mi stupisce sempre – dice Esposito, che ha una lunga esperienza alle spalle nei campi di Ponticelli, Barra, Poggioreale, Gianturco – è che questi bambini sono sempre molto curati, un indicatore del forte senso di accudimento di queste giovani mamme. Inizialmente erano soprattutto le ragazze, poi anche gli adulti, tra i 45 e i 50 anni – continua il responsabile dell’ambulatorio – Ormai ci conoscono. I nostri medici lavorano ad oltranza e possono arrivare a visitare anche 60 persone in un giorno. L’obiettivo è garantire il diritto alla sanità di queste persone, cercando di indirizzarle alla sanità locale, far conoscere loro i servizi, informarli sulle vaccinazioni, l’igiene dentale, la prevenzione dei tumori, il controllo delle nascite come scelta. Ma ci capita anche di aiutarli con coperte, indumenti, alimenti».

di Greta Cavini

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