ROMA – La popolazione italiana invecchia sempre di più: a vivere oltre i 65 anni sono oggi oltre l’85% dei maschi e il 93% delle donne, di queste il 74% muore dopo gli 80 anni e il 27% dopo i 90. Su scala mondiale se tra gli abitanti del pianeta fino ad oggi gli ultrasessantenni non sono mai stati più di uno su venti, entro il 2050 saranno uno su cinque. Sono questi alcuni dei dati contenuti nel libro “Il secolo degli anziani”, illustrato questa mattina a Roma presso la sede dell’Ugl da Antonio Golini, autore del libro insieme ad Alessandro Rosina. «Abbiamo annullato la mortalità precoce» sottolinea l’autore ricordando che questo invecchiamento sta gradualmente trasformando la società in cui viviamo. Un processo «inedito, incisivo e irreversibile».
DETESSARE PENSIONI – «Con la nuova riforma delle pensioni e la crisi economica che attanaglia il popolo italiano, formato per il 90% da ceto medio, i pensionati sono l’anello più debole della catena. Il nostro compito è preservare i redditi di queste persone – ha sottolineato il segretario confederale dell’Ugl Giovanni Centrella – . Le pensioni medie in Italia sono di sette-ottocento euro mensili, ma moltissimi percepiscono appena cinquecento euro. Queste persone non riescono a vivere. Chi ci governa deve capire che è necessario detassare i pensionati, ma anche di operai e impiegati, solo così ci sarà la crescita desiderata».
I VECCHI E I GIOVANI – Centrella ha poi posto l’accento sulla solidarietà che da sempre caratterizza il rapporto tra generazioni, «ma mai come adesso è centrale e importante. Se l’Italia non ha toccato il fondo è perché ci sono nonni e genitori che hanno dato a figli e nipoti i soldi per pagare l’affitto o il mutuo».
 
PER SAPERNE DI PIU’
http://www.mulino.it/edizioni/volumi/scheda_volume.php?vista=scheda&ISBNART=23370  (CULTURA. La scheda del libro)

di Francesco Gravetti

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