MILANO. Giornat cruciale per i 18mila giovani in attesa di iniziare il servizio civile. Oggi, infatti, Asgi e Avvocati per niente, insieme a Syed il 26enne pakistano che ha vinto la causa di discriminazione contro il Governo italiano, presenteranno alla Corte di Appello di Milano la richiesta di sospendere provvisoriamente gli “effetti dell’ordinanza” per la parte che prevede la riapertura del bando del settembre 2011 con la conseguenza sospensione delle partenze di circa 18mila giovani. In un comunicato le due associazioni “prendono anche atto con rammarico che ad oggi il Governo non ha assunto alcuna iniziativa in esecuzione dell’ordinanza se non la sospensione delle partenze, con ciò aggravando la situazione”.
Il ministero per la Cooperazione aveva nei giorni scorsi presentato ricorso contro la sentenza del Tribunale di Milano del 9 gennaio che aveva stabilito il carattere discriminatorio del bando del settembre 2011 in cui prevedeva come requisito per parteciparvi quello della cittadinanza italiana. “La piena collaborazione offerta dai ricorrenti consentirà così alla Corte di disporre la sospensione immediatamente con la conseguenza che i volontari  prossimi  alla partenza potranno prendere servizio nei tempi previsti”, sostengono Avvocati per niente e Asgi.
LA BATTAGLIA PROSEGUE. La sospensione della sentenza non significa che Avvocati per niente e Asgi rinuncino alla loro battaglia per permettere anche agli stranieri di svolgere il servizio civile.”A fronte del fatto che il principio affermato dal Tribunale di Milano è stato largamente condiviso da tutte le componenti del mondo del volontariato e dallo stesso Ufficio Nazionale Antidiscriminazione presso la Presidenza del Consiglio, confidano che la Presidenza del Consiglio, una volta risolto il problema contingente, non insista nella pretesa di modificare una decisione che è opportuna, giusta e rispettosa dei principi fondamentali dell’ordinamento”.
LA RICHIESTA AL MINISTERO. Le due associazioni chiedono che il Ministero, guidato da Andrea Riccardi, rinunci al ricorso in appello “per la parte relativa all’accertamento della discriminazione operata nei confronti dei giovani stranieri, consentendo così che la pronuncia giudiziale diventi definitiva e possa pienamente esplicare i suoi effetti a partire dal bando 2012, aprendo definitivamente anche agli stranieri la possibilità di partecipare a questa fondamentale esperienza di promozione della solidarietà e di coesione sociale. Auspicano altresì che il Governo – pur prendendo atto che secondo la decisione del Tribunale di Milano una lettura costituzionalmente corretta della norma consente già oggi l’accesso degli stranieri al servizio civile –  voglia introdurre,  in occasione della emanazione di uno dei provvedimenti in calendario  (ad es. il decreto legge  sulle semplificazioni che sarà esaminato a breve dal Consiglio dei Ministri)  una modifica dell’art. 3 del d.lgs.  77/2002 che, fugando ogni eventuale residuo dubbio, chiarisca definitivamente il diritto degli stranieri regolarmente soggiornanti a concorrere al servizio civile. Su questi punti le associazioni sono quindi in attesa di una presa di posizione del Ministro competente.

di Sofia Curcio

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