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ROMA. Una nuova ondata di violenza  è scoppiata nello Stato del Jonglei, in Sud Sudan, costringendo migliaia di famiglie a fuggire e nascondersi nella vegetazione. Due strutture di Medici Senza Frontiere (Msf) sono state prese di mira e l’organizzazione medico-umanitaria indipendente ha dovuto temporaneamente sospendere, nella regione di Pibor, le sue attività mediche di cui c’è estremo bisogno. Si tratta della clinica del villaggio di Lekongole e del piccolo ospedale nella città di Pibor. A renderlo noto è la stessa associazione. Spiega Arthesarathy  Rajendran, Capo Missione di MSF in Sud Sudan: «Decine di migliaia di persone a Lekongole e Pibor sono fuggite per salvarsi  la scorsa  settimana e ora si nascondono fra la vegetazione, terrorizzate. Sono scappate di corsa e non hanno né cibo né acqua, alcune di loro hanno ferite e lesioni e ora si trovano da sole, nascoste e senza la possibilità di assistenza umanitaria».

LA SITUAZIONE. Nella nota inviata da Msf si legge anche che   il villaggio di Lekongole, è stato raso al suolo: un’équipe ha verificato la situazione a Pibor il 28 dicembre e l’ha descritta come una “città fantasma”. Msf condanna fermamente il fatto che strutture mediche neutrali e imparziali diventino obiettivi da colpire. L’organizzazione fornisce assistenza medica neutrale in Sud Sudan da 30 anni, lavorando in molte comunità del paese, trattando chiunque abbia bisogno di assistenza, a prescindere dall’appartenenza etnica, religiosa o politica. Tuttavia, oltre ai due attacchi più recenti, lo scorso agosto sono state saccheggiate e bruciate altre strutture mediche di Msf a Pieri, nel nord dello Stato del Jonglei. Msf in quell’occasione trattò 157 feriti, soprattutto donne e bambini.

«PRONTI A TORNARE» L’associazione si dice comunque pronta per ritornare nella zona e ricominciare a fornire assistenza medica di emergenza il prima possibile. «In questo momento ci sono numerose situazioni critiche in diverse zone del Sud Sudan», aggiunge il Capo Missione di Msf. «Le nostre équipe mediche stanno attualmente dando una risposta ai rifugiati che fuggono nel vicino Sudan. Tutto ciò ricorda che, nonostante l’indipendenza, in Sud Sudan le emergenze gravi sono ancora troppo presenti e pertanto la capacità di fornire una risposta umanitaria resta una priorità assoluta». Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie.

 di Francesco Gravetti

vedi anche:     www.medicisenzafrontiere.it 

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