Memorial per Vincenzo Liguori, ucciso per sbaglio dalla criminalità nella sua officina di San Giorgio a Cremano

Odori e rumori di altri tempi nelle strade di Pollena Trocchia, tra il rombo di una Harley e lo scoppiettio di una Lambretta. Tutti in sella sulle due ruote per ricordare Vincenzo Liguori, il meccanico ucciso il 13 gennaio da un proiettile mentre lavorava nella sua officina di San Giorgio a Cremano. Una vittima innocente della criminalità. A distanza di otto mesi, i familiari e gli amici lo hanno ricordato attraverso una delle sue passioni più grandi, i motori. «Questo è il modo migliore per ricordare Enzuccio o’ ciclista, chissà quanti avranno consegnato la loro motocicletta nelle sue mani. È solo il primo appuntamento». Tanta emozione per Ciro Mosca dell’associazione onlus «Liberi Pensieri» che ha organizzato l’evento. In prima linea i familiari e i figli di Vincenzo. A guidare la vespa crema del meccanico di Pollena, il marito della giornalista Mary Liguori, e il fratello della cronista, Luigi.
[cvg-video videoId=’4′ width=’960′ height=’540′ /]
IL RADUNO – Oltre centocinquanta appassionati di due ruote hanno partecipato al primo raduno. Appassionati di Vespe provenienti da Pomigliano d’Arco e da Napoli. Non mancano i gruppi di Maddaloni e Santa Maria Capua Vetere. Tanti i pezzi da collezione che hanno percorso le strade del comune ai piedi del Vesuvio. Una Lambretta del 60 e una Mas del 36, non mancano Moto Guzzi di colore rosso e Apecar sgargianti. Pezzi di storia, che fanno respirare per un momento atmosfere di altri tempi. Giovani e nonnini divertiti hanno calcato le due ruote per ricordare Vincenzo Liguori.
Uno degli amici d’infanzia ha rinnovato il suo appello: «Ricordo ancora le parole di don Tonino Palmese durante il suo funerale: “Vincenzo non è stato ucciso perché si trovava al posto sbagliato e nel momento sbagliato come si sente ripetere a più voci. Vincenzo, invece, stava lavorando, vivendo, amando ed era, dunque, al posto giusto nel momento giusto. Il posto e il momento sbagliato è quello distrutto dalla camorra e dalla criminalità organizzata”. Spero che qualcuno si faccia avanti e dica agli inquirenti cosa ha visto quella sera»
 
Francesco Adriano De Stefano

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui