Un riconoscimento per l’importante impegno profuso nel periodo dell’emergenza Covid-19, contribuendo ad aiutare i soggetti più vulnerabile. Si spiega così “Una Goccia nell’oceano’’, progetto voluto dalla Fondazione Banco di Napoli. Le premiazioni di quelle personalità del mondo del volontariato e istituzionale, della società civile, delle forze dell’ordine che si sono distinte per azioni meritorie, nel pomeriggio di ieri nella sede di via Tribunali dell’ente. Subito dopo, In serata una messa in piazza del Plebiscito officiata dal Cardinale Sepe partecipata dagli stessi premiati. Anzitutto i numeri, che dimostrano come il sostegno della Fondazione durante i mesi più duri della pandemia abbiano una considerevole portata: 5500 pacchi alimentari in favore di circa 25.000 persone, componenti nuclei familiari da 4. La distribuzione di 17.000 mascherine ai medici di base in diverse aree del Meridione – Campania, Puglia, Abruzzo – dove la Fondazione è presente e opera. La donazione di un ecocardiografo per la terapia intensiva all’ospedale Cotugno. «Abbiamo dimostrato e sviluppato un senso di presenza, di responsabilità in un periodo di forte difficoltà» commenta il presidente della Fondazione Banco di Napoli Rossella Paliotto aggiungendo: «Sappiamo che i prossimi tempi saranno duri soprattutto dal punto di vista economico, le nostre iniziative erano volte a dare speranza. Quanto fatto non è poco, siamo stati vicini a chi ne aveva necessità». Tra i riconoscimenti c’è quello a Paolo Monorchio, medico-ortopedico dell’ospedale pediatrico Santobono- Pausillipon e presidente Croce Rossa Italiana Napoli. «La Croce Rossa – le parole di Monorchio – è stata in prima linea con il suo personale del 118 affrontando le varie emergenze da marzo in poi. Molti operatori si sono infettati, ma il loro lavoro è stato incredibile perchè nessuno si è fermato mai andando ad aiutare le persone in difficoltà. Il Lavoro insieme alla Fondazione Banco di Napoli è stato incredibile». Ad operare nel quartiere da 50 anni a Forcella e alla Duchesca è Suor Cecilia Messina che si occupa dei ragazzi dai 3 ai 15 anni provenienti da contesti familiari difficili alla scuola paritaria cardinale Corrado Ursi.  «Gli ambienti da cui a volte provengono questi ragazzi incidono poi sulle loro azioni illecite. Si tratta di ragazzi che hanno genitori in carcere o separati oppure con problemi economici. La nostra struttura che ospita la scuola paritaria ha anche un centro polifunzionale».

di Antonio Sabbatino