In un mese e mezzo un bambino di pochi anni, o anche un neonato, può crescere a tal punto da costringere i genitori a tenere nell’armadio tutine, pigiamini e altri indumenti di solito utilizzati. Un bel grattacapo per mamme, papà quando si tratta di vestire i propri figli e nipoti che la riapertura, seppur per sole due volte a settimana, il martedì e il venerdì, dalle 8 alle 14 (il martedì e il giovedì in concomitanza del 1 maggio), dei negozi di abbigliamento stando all’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca, ha senz’altro contribuito a risolvere viste le lunghe file già nella giornata di ieri. È la prima volta dai primi di marzo, periodo di inizio del lockdown.  

L’esempio tangibile sono le presenze registratesi ad esempio alla Pignasecca, quartiere del centro storico alle spalle di via Toledo, dinanzi al negozio “I Cuccioli Abbigliamento’’ dove sin dalle 9 del mattino di martedì si vedono clienti pronti ad acquistare soprattutto indumenti da far indossare in casa a figli e nipoti, che non possono ancora uscire visti i divieti ancora vigenti. «Non vedevo l’ora che riaprissero questi negozi. Nostro figlio di pochi mesi ha delle tutine strettissime e non riesce neppure a stendere più le gambe. Il Governo ha fatto bene a dare priorità all’abbigliamento per bambini, non capisco certe critiche». A dirlo è Vincenzo, che accompagna sua moglie ma, con mascherina e guanti regolarmente indossati al pari degli altri si tiene a debita distanza dalla piccola folla che una pattuglia della polizia di stato e un’altra dei vigili del fuoco controllano resti disciplinata. «I nostri bambini a casa oramai facciamo fatica a reggerli – confessa un’altra donna che attende di avanzare verso l’ingresso dello store – Ma almeno possiamo comprare loro qualcosa di adatto da fargli indossare». «Ho dovuto necessariamente fare fornitura di corredini, altrimenti vestire mia nipote sarebbe stato problematico», dice una nonna con una busta piena di nuovi indumenti appena uscita dal negozio.

Le incognite, anzitutto economiche, per i gestori dei negozi di abbigliamento per bambini non mancano di certo. «È incredibile, ho davvero la sensazione che sia il mio primo giorno di lavoro eppure ho questo negozio da 20 anni. Per ora è una sfida riaprire ma qualcuno già ci ha riscelto ed è incoraggiante» afferma lo stesso titolare de “I Cuccioli Abbigliamento’’. «Per ora – aggiunge – le vetrine restano quelle allestite prima della chiusura perché gli ordinativi li avevamo già fatti pagandoli regolarmente. Vedremo se ha senso cambiarle». Fa fatica a trovare senso non cambiare ma proprio nel riaprire la titolare dell’attività denominata “I Tesori di Rita’’, rivenditore di vestiario adatto per cerimonie situato sempre alla Pignasecca. «Così è inutile tornare a vendere, forse era meglio aspettare ancora per la riapertura. Intanto, sono arrivate già le bollette e abbiamo pagato i nuovi ordinativi che rischiano di rimanere invenduti. Al contrario, i sostegni promessi dal Governo non si vedono». Un’altra conferma del clima d’incertezza la dà Marco Scherillo titolare del negozio Siola di via Chiaia. «Tornare a vendere fa piacere, abbiamo riaperto soprattutto per dovere civico nei confronti delle mamme. Comunque è dura, rispetto al 2019 ho già perso il 30% del fatturato e marzo è stato tragico. Noi lavoriamo anche con la provincia e i prodotti li abbiamo pagati».

di Antonio Sabbatino